Coronavirus

L'epidemiologo: "Covid-19 è mutato, in Europa e America è diventato più contagioso"

Il Prof. Massimo Ciccozzi, tra i più esperti epidemiologi mondiali, afferma che il virus in Europa "ha fatto molti più passaggi da uomo a uomo diventando più contagioso". La ricerca è già stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal Of Medicine. Il prof. Robert Gallo spiega anche le differenze virali tra le varie zone del mondo

L'epidemiologo: "Covid-19 è mutato, in Europa e America è diventato più contagioso"

Il virus arrivato dalla Cina è mutato ed è diventato più contagioso. Il Covid "europeo", quindi, è diverso da quello originale. Parola del Prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo italiano tra i più esperti nell'evoluzione di queste malattie che ha firmato uno studio pubblicato sul Journal of Translation Medicine assime a Robert C. Gallo, il primo a scoprire, con Montaigner, l'Aids.

"Covid è più contagioso"

Ciccozzi ai primi di marzo aveva già detto che "di mutazione in mutazione può peggiorare la contagiosità" del Covid-19 rivelando al quotidiano Avvenire, pochi giorni dopo, che stava lavorando sul corredo anticorpale delle razze. "Vogliamo capire se gli asiatici abbiano una predisposizione a contrarre il virus". La risposta, adesso, è che il virus Sars-Cov-2 è diventato più contagioso passando dalla Cina all'Europa.

Perché è mutato?

Il Coronavirus è mutato, in modo rapido e pericoloso, proprio come quando aveva fatto il salto di specie dal pipistrello all'uomo, individuato proprio dal gruppo di Ciccozzi. Come mai è andata così? "Probabilmente in Europa ha fatto molti più passaggi da uomo a uomo e questo gli ha dato la spinta a mutare e a diventare più contagioso", ha commentato il ricercatore. Il team che ha lavorato a questa ricerca, oltre al Prof. Ciccozzi e Gallo, è composto da Davide Zella dell'Università del Maryland, Silvia Angeletti dell' Università Campus Bio-Medico di Roma (la stessa di Ciccozzi) e da Rudy Ippodrino e Bruna Marini dell'Area Science Park di Trieste.

Pareri contrari

Un gruppo di ricerca del Cnr, invece, è arrivata al risultato opposto ritenendo che il virus non starebbe diventando né più aggressivo né più contagioso. "Tutti i sottotipi virali definiti sulla base del confronto delle sequenze del genoma sembrano avere una comune origine in Cina, anche se provenienti da focolai distinti", ha dichiarato il coordinatore Graziano Pesole, riconducendo le apparenti disomogeneità "alla rapida diffusione di sottotipi virali diversi, importati in maniera indipendente nei diversi continenti".

"Nel mondo girano ceppi diversi"

Il Prof. Ciccozzi ed il Prof. Gallo ritengono, invece, che i ceppi presenti nei pazienti europei e del nord America evidenziano una mutazione nei meccanismi di replicazione e quindi di diffusione del Covid della quale non c'è traccia in quelli asiatici. In pratica, nel mondo starebbero girando "ceppi virali diversi, ciascuno con una diversa strategia di mutazione", si legge in una nota del Campus Bio-Medico che ha individutato in un enzima la causa del cambiamento.

"La mutazione in grado di differenziare il ceppo europeo-nord Americano da quello asiatico è avvenuta all' interno della polimerasi Rna dipendente, funzionale alla replicazione del virus". Questa scoperta apre la strada a differenti strategie antivirali ed aiuterà molto chi sta lavorandi al vaccino.

Meno contagioso in Asia e Africa

Ciccozzi, inoltre, ha individuato almeno altre cinque mutazioni del virus Sars-Cov-2 ritenendo che sarebbe questa la causa della resistenza agli antivirali: in diversi ospedali italiani, infatti, si sta abbandonando la terapia con i farmaci anti-Hiv che in Cina avevano funzionato. Un'altra differenza lampante dei ceppi diversi e, quindi, delle mutazioni del virus, si nota per la sua contagiosità in Europa e Stati Uniti a differenza degli asiatici e del continenete africano dove, fortunatamente, non si sta accanendo.

Le differenze Nord-Sud del mondo

"L'epidemia in corso in Italia non è esattamente come quella che si è verificata in Cina" ha affermato Robert Gallo ad AdnKronos Salute. Il ricercatore statunitense ha evidenziato anche le differenze di diffusione, con alcune zone più colpite rispetto ad altre su un'osservazione fatta a larga scala che comprende tutto il mondo. "Mappamondo alla mano, stiamo notando una diffusione da Est ad Ovest e viceversa piuttosto che da Nord a Sud - ha dichiarato - se guardiamo il globo notiamo che il virus, ad esempio, non si è diffuso in Russia, come nemmeno in Africa. Non sappiamo ancora perché, forse è un fattore legato alle temperature, forse no.

Ma è un elemento che ha senso tenere in considerazione".

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