Cronache

L'importante premio teatrale? Va al festival omosessuale di Bologna

Il premio Ubu, quello più importante per il teatro del Belpaese, è stato assegnato pure al curatore di una rassegna bolognese gay friendly e pro Lgbt

L'importante premio teatrale? Va al festival omosessuale di Bologna

Una kermesse gay friendly ha vinto il premio Ubu, che di sicuro è molto prestigioso. Ma forse non è una semplice rassegna teatrale vicina ai diritti delle persone omosessuali a essere stata insignita del riconoscimento. L'Ubu, intanto, viene assegnato di anno in anno alle rappresentazioni teatrali reputate migliori tra quelle che sono state messe in scena nei teatri del Belpaese. E in questo caso sembrerebbe che sia stata premiata soprattutto la scelta delle tematiche.

Una delle rassegne individuate per la premiazione relativa alla passata annualità è il "Gender bender", che si tiene tradizionalmente nella città di Bologna. Stando a quanto riportato su La Verità di oggi, questo "Gender bender" sarebbe in linea con la tanto chiacchierata "ideologia", quella che avrebbe intezione di promuovere la fine di qualunque distinzione tra generi, sino ad arrivare al "gender x". Questo, almeno, sostiene chi ritiene che il gender esista ed abbia una funzione culturale ed educativa nella società odierna.

Una delle persone premiate dalla giuria che assegna l'Ubu risulta essere Daniel Del Pozzo, curatore - si legge sul quotidiano diretto da Belpietro - di una serie di spettacoli all'interno dei quali sarebbero stati "elogiati" la pratica dell'utero in affitto, che in Italia è vietata per legge, e i "membri neri" - con un riferimento all'apparato sessuale maschile - . Poi c'è la rilettura della vicenda storica ed esistenziale di Maria Maddalena, che sarebbe stata trasformata in un transgender. Insomma, "Gender bender" sembra proporre lo sdoganamento di certi temi in linea con le battaglie promosse dalla comunità Lgbti.

E una certa deduzione logica, supportata da chi critica l'assegnazione di questo premio, diviene naturale, leggendo quanto comunicato dopo la notizia della ricezione del premio: "Perché - fanno sapere dal teatro dove si svolge la manifestazione - è proprio l'arcobaleno il tratto più caratteristico di questa vittoria, che premia un progetto e un curatore cresciuti all'interno del più antico circolo della comunità Lgbti in Italia, il primo spazio pubblico affidato da un'amministrazione comunale a un collettivo di gay, lesbiche bisessuali e trans...". Il premio Ubu, insomma, interessa pure le istanze Lgbti.

Niente di male, per carità, ma magari c'è qualcuno che pensa che quel premio dovrebbe essere destinato alle rassegne prescindendo dalla comunità di appartenenza di chi organizza e dai messaggi propagandati.

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