L'incoscienza fatta normalità

L'incoscienza fatta normalità

Il ragazzo di 15 anni che è morto precipitando nella condotta per l'aria di un centro commerciale, non era diverso da tutti noi più grandi che, alla sua età, facevamo le stesse cose. Buttarsi a nuotare in un canale di notte (un mio amico), pedalare in bicicletta a occhi chiusi (un emulo di Battisti, ancora senza patente), combattere a sassate contro un'altra squadra (io). Appartiene a tutte le generazioni il gusto della sfida adolescente, la voglia di dimostrare coraggio, audacia, originalità, capacità di rompere le regole.

Il problema è che la normalità abnorme di questi comportamenti sta subendo una moltiplicazione incontrollabile legata all'uso di Internet: come tutto, e pochi di noi possono dire di rimanerne fuori. Io per primo. Pochi giorni fa mia madre compiva 99 anni e ho scritto su Twitter che avrei voluto portarle molti auguri; ne sono arrivati quasi 12mila fra «mi piace», rilanci e commenti: li ho portati a mamma come fossero un immenso mazzo di fiori. C'era del compiacimento vanitoso me ne rendo conto sia nell'avere una mamma tanto vitale, sia nel mostrare di essere un figlio così affettuoso, e non ho potuto prendermerla tanto con una signora, spietata, che mi ha scritto: «Vai da Barbara d'Urso».

Il guaio è che il moltiplicatore di consensi viene usato pericolosamente, nella vita di tutti i giorni come in politica. È di pochi giorni fa la notizia di un altro ragazzino che sarebbe morto per autosoffocamento nel corso di una sfida su Internet. La voglia che avevamo noi dinosauri preinternettiani di esibire coraggio, audacia, capacità di rompere le regole, ha trovato un pubblico immenso. Come gli auguri alla mamma sono cresciuti da una dozzina di amici e parenti a 12mila sconosciuti, il ragazzo che si vuole esibire è passato da un pugno di amici ai potenziali milioni dei social.

L'opportunità richiede un gioco al rialzo spietato e senza limiti, per farsi apprezzare in mezzo a una concorrenza sterminata occorre alzare la posta del rischio, del ridicolo, della brutalità, dell'anomalo.

Moltiplicatore di tutto auguri, consenso politico, denaro per chi ne è capace , Internet diventa anche un moltiplicatore di azzardo, narcisismo, incoscienza, per chi non ha altro modo di farsi notare. Dovremo, temo, abituarci a queste tragedie. Oppure ripensare da capo il concetto di educazione dei figli.

@GBGuerri

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