Linea dura sui barconi senza perdere l'umanità

Linea dura sui barconi senza perdere l'umanità

Siamo tutti d'accordo: la legge dev'essere rispettata, per una convivenza civile che sia davvero civile e per sperare se non garantire che ognuno abbia un trattamento uguale. Eppure credo e non sono il solo che Socrate ci abbia tradito, sbagliando, quando ha accettato di morire per rispettare una legge ingiusta.

Dobbiamo rispettare le leggi, sì, ma in questo caso il verbo «rispettare» si mostra nel suo affascinante doppio senso: osservare, obbedire alla legge, non significa necessariamente provare rispetto per quella legge, cioè trovarla bella, buona, sensata. Essendo fatte dagli uomini, sono spesso contraddittorie, imperfette, fallaci, malfatte. Se vi si incappa non resta che sperare in un avvocato bravo (e già qui cessa il principio «La legge è uguale per tutti»), e nel buonsenso di chi la applica, forze dell'ordine e magistrati.

Speriamocheilcielomelamandibuona, insomma. Ma c'è poco da sperare, in una società che appare schizofrenica, di una schizofrenia moltiplicata e resa palese da internet e dai suoi social.

Per esempio. A fronte della minaccia di povertà per quasi un terzo degli italiani - e della povertà in atto per molti milioni - si discute accanitamente sul reddito di cittadinanza, di inclusione, di qualsiasi genere. Bene, se ne discuta. Nel frattempo il comune di Genova - la civilissima, amata Genova ha deciso di infliggere una multa di 200 euro a chi verrà scoperto mentre fruga nei cassonetti, di solito in cerca di cibo scartato, vecchio, masticato. In genere barboni, ma anche pensionati, disoccupati, poveri ridotti allo stremo. Un mio cinguettio risentito, offeso, ha subito raccolto molte migliaia di adesioni, ma anche le proteste di qualcuno pronto a sostenere che, sì, la norma è giusta, perché spesso si tratta di zingari in cerca di metalli, o di gente che per mangiare non avrebbe bisogno di frugare nei cassonetti, o dei soliti extracomunitari. L'assessore genovese addetto ha «garantito che la regola verrà applicata con intelligenza e umanità». Vorrei avere la sua certezza. Metti che il vigile, il poliziotto, il magistrato sia uno di quelli convinti che siano i ricchi a depredare di frutta marcia i cassonetti, oppure uno della diffusa genia dei deboli con i forti e forti con i deboli. Meglio sarebbe non averla scritta, quella norma, oppure avere il coraggio civile in entrambi i sensi - di ritirarla. Socrate aveva torto, gli affamati infrangano la legge genovese, se proprio non si riesce a dar loro un panino da 2 euro, invece di 200 euro di multa che comunque non potranno pagare.

Altro esempio, ugualmente straziante. In questi mesi c'è stato uno scoppiettio di #metoo qui #metoo là per gli abusi sessuali, di orrore e sdegno per i femminicidi. Tutto più che giustificato, per carità. Com'è giustificato fermare la nave spagnola che - invece di salvare la gente in mare, com'è previsto dagli accordi internazionali incrementa il traffico di esseri umani. Ma come possiamo sopportare, poi, quello che è accaduto sulle Alpi italo-francesi? Una donna, insieme al marito e a due figli piccoli, stava entrando clandestinamente in Francia. È un reato, certo, deve essere impedito. Se non che la signora era incinta di otto mesi, la sua pancia smisurata era resa ancora più vasta da tutto quanto si sarà messa addosso per coprire sé e il suo bambino. Una guardia forestale l'ha vista, l'ha caricata in auto e portata all'ospedale. Ora la magistratura francese per fortuna stavolta non è qualcuno dei nostri lo sta indagando per violazione delle leggi sull'immigrazione. Rischia 5 anni di carcere, senz'altro il posto di lavoro.

E noi tutti qua a commuoverci per il bambino siriano nella valigia, che nella sua tremenda disgrazia ha avuto la fortuna di incontrare un bravo fotografo.

Se siamo così forti da protestare contro l'immonda, feroce, guerra di Siria, forse potremmo trovare anche la forza di premere sulla magistratura francese, ricordare che sono il Paese dei Lumi eccetera. Perché stavolta hanno ragione Socrate e la guardia forestale: meglio subire un'ingiustizia che commetterne una.

@GBGuerri

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