Il grande bivio del Coronavirus: "Cosa succede dopo 5-7 giorni"

Il professore Bassetti spiega: "Dopo questo bivio o il paziente imbocca la strada del miglioramento e si va a casa o vi è un aggravamento respiratorio"

Il grande bivio del Coronavirus: "Cosa succede dopo 5-7 giorni"

Uno dei fattori di pericolosità del Coronavirus è la sua attuale poca conoscenza. Una delle certezze però è il fatto che si diffonde da persona a persona tramite le piccole gocce che emettiamo respirando, tossendo o starnutendo. Ma non solo: si sa che può manifestarsi con sintomi simili a quelli di un'influenza, ovvero febbre, tosse e difficoltà nella respirazione. Per fare luce sul Covid-19 è intervenuto l'infettivologo Matteo Bassetti, in prima linea in Liguria per il trattamento dei pazienti in terapia intensiva per via del virus: "La malattia ha un bivio che si presenta dopo il quinto-settimo giorno". Il primario della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova ha spiegato che dopo questo bivio "o il paziente imbocca la strada del miglioramento e si va a casa o vi è un aggravamento respiratorio e può aver bisogno di un aiuto".

Il professore ha cercato di essere piuttosto ottimista: "I quattro pazienti che sono in malattie infettive, tra i quali il primo caso che si è manifestato in Liguria, la paziente zero di Alassio, hanno virato al meglio". E ha colto l'occasione per ringraziare la Alpha trading: l'azienda giovedì 5 marzo ha donato 100mila euro alla struttura di Genova per l'acquisto di apparecchi, macchinari o per pagare borse di studio in materia di Coronavirus. Bassetti inoltre recentemente ha provato a spiegare perché in Italia si ha il record di contagiati: "Ho l'impressione che, mentre negli altri Paesi europei in cui il Coronavirus è arrivato prima hanno cominciato a cercarlo da poco, qui in Italia, invece, ne siamo andati a caccia da subito e abbiamo cercato di stanarlo ovunque".

Coronavirus in Liguria

L'infettivologo aveva parlato del bivio tre giorni fa, quando - sulla base dei numeri che sono stati diffusi nel punto stampa in Regione - in Liguria si registravano 24 casi positivi, 4 vittime e 6 i dimessi. Giovanni Toti aveva espresso un minimo di speranza poiché il contagio si stava contenendo, ma in realtà si era detto preoccupato "perché per la prima volta abbiamo dei soggetti così detti ‘tamponati’, già malati come il caso di Andora e quello di Savona, che sono risultati positivi": un fatto che fin da subito aveva destato ansia in quanto "ricostruire la catena epidemiologica di questi soggetti liguri è meno facile che non tracciare i pullman di turisti arrivati qui".

Tuttavia le preoccupazioni erano figlie anche del fatto che fossero pazienti ricoverati: "Vuol dire che sono entrati in contatto con il nostro personale". Perciò erano stati prontamente avviati tutti i protocolli e alcuni reparti erano stati spostati per evitare rischi contagi.

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