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Londra: "Basta Schengen anche per europei disoccupati"

Il governo inglese: "L'assenza di frontiere ha esacerbato l'emergenza". Gb, Francia e Germania: "Servono misure immediate". Il 14 settembre vertice Ue straordinario

Londra: "Basta Schengen anche per europei disoccupati"

Si torna a parlare di un giro di vite agli accordi di Schengen. Dopo il vertice di Parigi di ieri, quando i ministri di nove Paesi Ue hanno chiesto maggiore sicurezza anche sui treni e più vigilanza ai confini, il Regno unito sostiene che il principio di libera circolazione all’interno dell’Unione europea va inteso solo come "libertà di movimento verso il lavoro" e non per cercare un’occupazione o i benefici del welfare offerti dai vari Paesi.

A rimodulare uno dei cardini della Ue è il ministro dell’Interno britannico Theresa May, che in un intervento sul Sunday Times sostiene che così si tornerebbe al "principio originale" sancito dall’Unione. In questo modo, quindi, ad attraversare le frontiere interne dell'Europa sarebbe solo chi ha già un contratto di lavoro, non disoccupati e disperati. Del resto, secondo la May, proprio il "sistema europeo di assenza di frontiere" avrebbe esacerbato l'emergenza immigrazione.

L’intervento del ministro britannico giunge a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione delle statistiche ufficiali che indicano un forte aumento di immigrati in Gran Bretagna, con 330mila presenze in più fatte registrare tra il marzo 2014 e il marzo 2015, a dispetto delle promesse fatte dal governo conservatore di David Cameron, che si era impegnato a mantenere gli ingressi entro le 100mila unità nell’arco di 12 mesi. Proprio l’arrivo di cittadini dai Paesi Ue, sostiene la May, ha impedito al governo di mantenere i propri impegni in tema di immigrazione, poiché Londra non può impedire l’ingresso sul proprio territorio di cittadini comunitari. L’immigrazione in ambito europeo è uno dei punti che Cameron si è impegnato a discutere con Bruxelles, in vista del referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue.

Il tema dell'immigrazione è comunque sul tavolo anche degli altri Paesi. Oltre alla Gran Bretagna, infatti, anche Francia e Germania hanno chiesto una riunione urgente dell’Ue. Nella dichiarazione comune pubblicata sul sito del ministero dell’interno francese, i tre governi sottolineano la necessità di "misure immediate", e premono ancora una volta per l’allestimento di cosiddetti "hot spot" in Grecia e in Italia per registrare i migranti e identificare i richiedenti asilo. I tre governi chiedono inoltre che venga stilata una lista dei "paesi d’origine sicuri" per completare il regime di asilo comune, proteggere i rifugiati e garantire il ritorno effettivo degli immigrati illegali nei paesi di provenienza.

Per queste ragioni i tre ministri chiedono alla presidenza di turno lussemburghese dell’Ue di convocare un primo Consiglio Interni e Giustizia (JAI) entro due settimane "per preparare efficacemente le decisioni" della riunione dell’8 ottobre e "avanzare concretamente sui differenti punti". Vertice che è stato quindi convocato per il 14 settembre.

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