L'ong contro i "disobbedienti": "Aprono porti solo a parole"

Sea Watch punta il dito contro i sindaci ribelli: "Finora non hanno fatto nulla". E tre migranti fanno sciopero della fame

L'ong contro i "disobbedienti": "Aprono porti solo a parole"

"Finora soltanto parole". Sea Watch ora punta il dito anche contro i sindaci "disobbedienti" che da giorni fanno a gara a sfidare Matteo Salvini promettendo di accogliere le navi della ong ferme ormai da settimane al largo di Malta con 49 migranti a bordo.

"Sono dichiarazioni a mezzo stampa. Ma il comandante della nave non ha ricevuto alcuna comunicazione che indichi una soluzione per lo sbarco di queste persone", spiegano in conferenza stampa Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia. Tamino Boehm, capo delle operazioni aeree della ong, e Chris Grodotzki, coordinatore per la stampa, a bordo di Sea-Watch 3 al momento del salvataggio, "Serve un porto sicuro e vicino. La nave non può navigare con il doppio della capacità. Che ci diano una indicazione chiara".

"Siamo molto preoccupati, perchè temiamo che da un momento all'altro possa succedere qualcosa. E non possiamo continuare così se non per pochi altri giorni", denunciano dalla nave, "Ci sono segnali che potrebbero far temere atti di autolesionismo. Vediamo il loro umore cambiare durante la giornata. Ho parlato stamattina con il dottore a bordo ed è molto preoccupato". Sulla nave si mangiano prevalentemmente riso e fagioli e si teme per i più piccoli, un bimbo di un anno e due di sei.

E tre migranti nelle scorse ore avrebbero pure iniziato uno sciopero della fame e della sete, come racconta il capo missione Kim Heaton-Heather: "Da 16 giorni in una sola stanza dormono, uno accanto all'altro, 32 persone, tra cui 4 donne e

3 bambini, salvati in mare", dice, "Sono disperati e depressi. Tre persone hanno smesso di mangiare e di bere. Poi lentamente siamo riusciti a convincerli. Ma non è stato facile. Non possiamo dire che tutto sia risolto".

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