L'ultima «Rewoolution»? Maglia di lana per lo sport

La fibra naturale viene lavorata fino a diventare elastica Inoltre «mangia» il batterio che causa il cattivo odore

L'ultima «Rewoolution»? Maglia di lana per lo sport

C'era una volta l 'activewe ar , l'abbigliamento dedicato all'attività sportiva realizzato in fibre hi-tech. Oggi si parla di Rewoolution , un brand che nella crasi di “wool” e “revolution” condensa la straordinaria performance agonistica di una fibra come la lana naturale al cento per cento. Risultato? Una collezione firmata Reda, un nome che nel mondo porta i valori della più alta tradizione tessile italiana coniugata con la ricerca più sofisticata. Del resto lo storico lanificio biellese nato 150 anni fa a Valle Mosso e guidato oggi dalla quarta generazione, i cugini Botto Poala, dimostra che l'innovazione fa rima con gratificazione: 80 milioni di euro di fatturato, una quota di export che tocca l'85%, 375 dipendenti, 6,2 milioni di metri di tessuto prodotti in un anno, 3 fattorie in Nuova Zelanda. Proprio in questo Paese nasce la straordinaria lana Merino utilizzata da Reda Rewoolution. «Controlliamo attentamente la filiera a partire dagli allevamenti delle pecore merinos attraverso un percorso interamente tracciabile che si completa in Italia» dice Ercole Botto Poala, amministratore delegato, fiero di poter garantire il massimo livello qualitativo con il minimo impatto ambientale. Infatti la lavorazione della materia prima avviene nello stabilimento di Valle Mosso, nell'unico lanificio al mondo insignito della certificazione EMAS (Eco Management and Audit Scheme), iniziativa dell'Unione Europea finalizzata a monitorare le performance ecologiche di un'industria. Alla quarta stagione dal suo lancio, la linea colloca sullo stesso spartito il totale rispetto per la natura da parte di Reda e quell'immensa felicità che inebria coloro che svolgono attività sportiva all'aria aperta. «La lana Merino è una fibra naturale al cento per cento, non deriva dal petrolio che preferiamo utilizzare come carburante nelle nostre macchine, traspira, termoregola, protegge dai raggi UV e quindi da un eccesso di calore» spiega l'a.d. Ma last but not least non puzza come accade, invece, con altre fibre. Il perché è presto detto: la lana essendo una proteina mangia il batterio che è causa del cattivo odore. Un grande plus che si aggiunge all'altro vantaggio ottenuto con le nuove tecnologie: la sottrazione del lato pungente della fibra. «Ora la lana Merino esibisce una morbidezza che è pari a quella del cashmere» aggiunge Botto Poala parlando di un esclusivo sistema di filatura, il CompACT³, che rende la fibra ulteriormente resistente ed elastica e di un materiale registrato con il nome Redactive® e utilizzato in diverse tipologie ma pur sempre in lana cento per cento Merino. Va anche osservato che in Paesi dove il tema della sostenibilità è molto sentito, i prodotti naturali vengono utilizzati da mattina a sera. In Italia c'è ancora bisogno di raccontare l'anima di una collezione speciale come la Reda Rewoolution - il simbolo sono due gomitoli che s'intrecciano all'infinito - fatta di capi tecnici in fibra naturale, di gusto e stile ricercato come si conviene a un autentico made in Italy. «I negozi che lo fanno registrano un ottimo sell-out» commenta Botto Poala soddisfatto di una crescita che riflette il nuovo orientamento del consumatore attento al benessere e alla natura.

Tra le proposte più gettonate nella linea Reda Rewoolution, spiccano i pezzi realizzati in mesh di pura lana Merino, una rete con cui si confezionano canotte, magliette ma anche inserti fortemente traspiranti. E per il prossimo inverno i fan troveranno nei migliori negozi di articoli sportivi addirittura la prima giacca a vento, squisitamente tecnica ma in lana Merino, dedicata allo sci.

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