L'unico inciucio è con Di Maio

Chi sta col nemico

L'unico inciucio è con Di Maio

È andata come previsto: Marcello Foa non ha avuto i voti necessari per diventare presidente della Rai. Forza Italia, come il Pd, non ha partecipato alla votazione in quanto non consultata né informata della scelta fatta dal governo. Non ci sono vincitori né vinti, è solo l'inevitabile epilogo di una vicenda nata male per l'arroganza dell'esecutivo e la strana scelta di Salvini di non coinvolgere nei tempi e modi dovuti gli alleati di coalizione. Ci spiace per Marcello Foa, che di questa storia è vittima incolpevole e forse lo scopriremo sacrificale di un braccio di ferro che non riguarda né lui né la tv di Stato ma i futuri assetti politici ed elettorali dentro il centrodestra e tra Lega e Cinquestelle.

Il destino di Foa ora è incerto. Resta in azienda come presidente a tempo e senza fiducia. Per quanto e con quali possibilità di poter essere riabilitato da una nuova votazione è tutto da vedere, anche se le probabilità di ribaltare la situazione sono ridotte a un lumicino. Matteo Salvini, che ieri fuori tempo massimo ha finalmente visto e informato Berlusconi, non l'ha presa bene. È di fatto il primo stop da quando si è insediato come premier. Evoca un «nuovo Nazareno» tra Forza Italia e Pd anche se sa benissimo che le cose stanno diversamente. Quell'asse non esiste, né in generale, né tanto meno su questa vicenda. Il Pd non ha voluto Marcello Foa perché non di sinistra, Berlusconi non ha fatto votare un candidato imposto con la forza, per di più da un alleato, a prescindere dal suo nome e dalla sua storia. Le due posizioni sono lontane anni luce e sostenere l'inverso è solo propaganda, una cortina fumogena per coprire i propri errori di forma e sostanza.

Per umiliare Forza Italia Salvini si è infilato senza ragione in un vicolo cieco che sta facendo innervosire anche il suo socio Di Maio, non disposto a morire e neppure a ferirsi per Marcello Foa. Un governo che non riesce a fare eleggere il presidente della Rai non è un governo forte e autorevole come vogliono fare apparire. Anche Mattarella osserva preoccupato. Il suo invito a «evitare forzature» suona come un ultimatum ai due vice, visto che il premier in carica non osa proferire parola e si accontenta di sfogliare le foto ricordo del recente incontro con Donald Trump. Pensavamo che questa vicenda potesse fare esplodere quel che ancora resta del centrodestra (cosa ancora possibile).

Non immaginavamo effetti collaterali importanti anche sulla maggioranza.

E infine diciamolo: Salvini che accusa Forza Italia di inciuciare coi nemici del centrodestra mentre amoreggia con Di Maio e Fico è come il bue che dà del cornuto all'asino.

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