Di Maio segretario (con pensione) dei ballisti

Non facciamoci ingannare: i grillini si tengono gli indagati e pure i vitalizi, così come nel corso della legislatura si sono tenuti - salvo qualche mancia per depistare - stipendi e prebende

Di Maio segretario (con pensione) dei ballisti

Dei truffatori si dice che uno può anche prendere in giro sempre qualcuno e ogni tanto tutti, ma sempre tutti non si può fare, è impossibile. Questa regola è conosciuta ai più, non a Di Maio e ai suoi amici Cinquestelle che insistono a pensare che tutti gli italiani abbiano sempre l'anello al naso.

Ieri il vice Grillo è apparso in tv indignato perché il Parlamento non ha approvato il taglio dei vitalizi di senatori e deputati. Ha sventolato, il Di Maio, una carta con cui ogni eletto Cinquestelle rinuncerà al privilegio. Bello, ma gli italiani devono sapere - Di Maio lo sa ma non lo dice - che si tratta di carta straccia, se non igienica, perché parliamo di un diritto irrinunciabile. È così, volenti o nolenti, i parlamentari grillini si sono fatti la pensione e a tempo debito statene certi la incasseranno. Per la maggior parte di loro, visti i curriculum, parliamo di un livello di pensione che mai avrebbero avuto se fossero rimasti nel mondo del lavoro che fino alle elezioni li aveva per lo più rifiutati. Aveva un solo modo il Di Maio per rinunciare a questo privilegio: dimettersi, insieme a tutti i suoi, la scorsa settimana. Prima cioè che scattasse il diritto inalienabile. Quella sì che sarebbe stata una scelta dirompente, da applauso, coerente, che avrebbe messo in ginocchio gli altri partiti e fatto molto probabilmente terminare anticipatamente la legislatura (non si governa senza un pezzo numericamente importante dell'opposizione).

La verità è che questi rivoluzionari grillini sono un branco di morti di fame, per di più senza palle e bugiardi. Avevano (stupidamente) detto: fuori chi è indagato, ma si tengono stretti i due sindaci e mezzo finiti nei guai giudiziari (la Raggi, la Appendino e presto quello di Livorno); avevano giurato: mai candidati leader indagati, ma ora rivedono le regole per permettere a Di Maio di partecipare alle primarie pur se sotto inchiesta. E avevano detto: uno vale uno, salvo poi stabilire a tavolino che Di Maio vale uno e mezzo e per cui deve vincere e diventare segretario.

Non facciamoci ingannare: i grillini si tengono gli indagati e

pure i vitalizi, così come nel corso della legislatura si sono tenuti - salvo qualche mancia per depistare - stipendi e prebende.

È vero, non sono uguali agli altri. Sono peggio, perché pensano pure di essere i più furbi.

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