Matteo occhio ai precedenti

Se Salvini ha in mente una destra-centro si tolga dalla testa di incassare l'eredità. Se inverte la gerarchia dei sostantivi forse è ancora in tempo a stare in corsa

Matteo occhio ai precedenti

Mentre la sinistra si incaglia nella inedita guerra con la magistratura, mentre il presidente Mattarella fa finta di non vedere che la maggioranza è cambiata con l'ingresso dei verdiniani, il centrodestra si avvita ancora una volta sulla futura leadership. È di ieri infatti la dichiarazione di Matteo Salvini: «Berlusconi ha finito, adesso tocca a me». Aspirazione legittima quanto a mio avviso prematura, come quella pronunciata da Angelino Alfano il 13 novembre del 2013. Pensava, l'allora segretario di Forza Italia, di poter sostituire Silvio Berlusconi. Come è finita lo sappiamo: stampella del Pd, consenso elettorale all'1,5 per cento.

Autocandidarsi a succedere a Berlusconi diciamo che non porta buono, è cosa complicata, addirittura ardita. Apprezziamo il coraggio di Salvini ma ci permettiamo un paio di consigli, ovviamente non richiesti. Per prendere il posto del Cavaliere non basta fare impennare gli ascolti dei talk show, cosa di cui è capace anche quel genio mattacchione di Vittorio Sgarbi, tanto per fare un esempio. Né è sufficiente far crescere il proprio partito a colpi di slogan, come ha fatto con maggiore efficacia Beppe Grillo. Per mettersi a capo di una coalizione occorre innanzitutto saper tenere uniti i soci, non spaventarli, minacciarli o insultarli a giorni alterni. E qui, fino ad ora, Salvini non ha dimostrato grandi doti, anzi, semmai è riuscito a spaccare per la prima volta una compagine che unita aveva e avrebbe ancora la possibilità di tornare alla guida del Paese.

La seconda dote che serve è quella di dimostrare di essere un vincente. Per carità, la Lega sotto la sua guida ha fatto passi da gigante, ma fino ad oggi da sola non ha vinto nulla e solo in rare occasioni e in territori circoscritti è risultata decisiva. Che sia il primo partito del vecchio centrodestra lo dicono solo i sondaggi, che sono un indicatore importante ma non la Bibbia. Aspettare una conferma sul campo, cioè nelle urne reali, potrebbe essere utile per valutare la fondatezza di una aspirazione così ambiziosa.

Anche perché Silvio Berlusconi non è mai stato il capo della destra.

Mi risulta che abbia studiato con ammirazione il fenomeno Mussolini ma non abbia mai avuto alcuna simpatia per ex e neofascisti. Se Matteo Salvini ha in mente una destra-centro si tolga dalla testa di incassare l'eredità. Se inverte la gerarchia dei sostantivi forse è ancora in tempo a stare in corsa. Il problema è che non credo voglia farlo.

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