Migranti, la Tunisia ora frena: "No ai rimpatri unilaterali"

Il ministro agli Affari sociali della Tunisia critica "la pratica di alcuni Paesi di accoglienza di prendere iniziative di rimpatrio unilaterali"

Foto di repertorio

No ai rimpatri "forzati". La Tunisia si oppone "categoricamente" a quei "Paesi di accoglienza" che intendono dare a rimandare indietro i migranti con decisioni "unilaterali". È questo il messaggio forte e chiaro spedito dal ministro tunisino degli Affari sociali, Mohamed Trabelsi, parlando a un seminario che si è tenuto nella capitale del Paese nordafricano in occasione della Giornata internazionale dei migranti.

Una posizione cui dovrà ovviamente far fronte anche il governo italiano e il ministro dell'Interno. Un problema non indifferente. Quella tunisina infatti è la comunità più rappresentata negli sbarchi del 2018, secondo il cruscotto statistico del Viminale. Sulle coste italiane ne sono sbarcati in 12 mesi ben 5.036 cui ovviamente vanno aggiunti quelli degli anni passati. Stando ai dati forniti dal ministro Trabelsi, sono oltre 200mila i migranti illegali tunisini sparsi per il mondo. Sono solo una parte dei 1,3 milioni sparsi in tutto il mondo, mentre sarebbero 600mila i migranti (di altri Paesi) presenti in Tunisia. "Il governo - ha detto l'esponente dell'esecutivo di Tunisi - sostiene il loro diritto all'integrazione e all'ottenimento dei diritti nei Paesi di accoglienza ed è pronto a favorire il loro rientro qualora lo volessero", ma denuncia le misure unilaterali di alcuni Paesi di accoglienza. Il motivo? Il problema migratorio - dice - "può essere risolto solo attraverso trattati e accordi internazionali".

Nel 2019 dovrebbe arrivare al parlamento tunisino un programma sulle migrazioni ideato dal governo e dal ministero preposto. Un piano che l'Italia dovrà guardare con attenzione per mettere a punto la strategia migliore e assicurarsi quegli "accordi internazionali" necessari per garantire i rimpatri dei clandestini tunisini.

Nei mesi scorsi il tema rimpatri verso la Tunisia era salito agli onori della cronaca per via di 45 stranieri bloccati in Italia a causa del

maltempo. A settembre il leader della Lega era volato a Tunisi per trovare un accordo sul controllo delle coste (a Tunisi ha offerto due motovedette) e sui rimpatri, ma l'intesa, a quanto pare, è ancora lontana. Soprattutto sui voli charter che dovrebbero riportare a casa i tunisini.

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