Cronache

Dopo la moneta, ecco i giudici: nasce la censura di Facebook

La piattaforma ha annunciato la nascita dell'Oversight Board, una "Corte d'Appello" che gestirà la libertà di parola sul social network

Dopo la moneta, ecco i giudici: nasce la censura di Facebook

Si chiama Oversight Board ed è il nuovo tribunale di Facebook, nonché sistema di censura. Già, la piattaforma ha annunciato la nascita della sua "Corte d'Appello"che deciderà sulla libertà di parola e i contenuti (da cancellare) sul social network. Quelli sgraditi, non politically correct o che violano le famigerate condizioni d'uso, saranno spazzati via, con un click.

Il fondatore e ceo Mark Zuckerberg ha comunicato la rivoluzione con un lungo post sul proprio profilo Fb, dichiarando guerra all'hate speech e prospettando, appunto, una stretta sulla libertà d'espressione sulla rete sociale.

"Uno dei progetti più importanti a cui ho lavorato negli ultimi due anni è l’istituzione di un Consiglio di supervisione indipendente, a cui gli utenti possono fare appello riguardo a quali contenuti possono essere ammessi nei nostri servizi", scrive l'ad, prima di introdurre l'Oversight Board, nella cui presentazione si legge: "La libertà di espressione è un diritto fondamentale. Facebook cerca di dare alle persone una voce, così da connettersi, condividere idee ed esperienze e comprendersi l'uno con l'altro. La libertà di espressione è sovrana, ma ci sono momenti in cui i contenuti possono essere in contrasto con autenticità, sicurezza, privacy e dignità. Alcune forme di libera parola possono mettere a rischio l'abilità di altre persone di esprimersi liberamente. Quindi bisogna trovare un bilanciamento".

Una corte "indipendente" fatta inizialmente di undici membri, che dovrebbero però arrivare fino a quaranta (a seconda di quanto sarà la mole di lavoro) e che potranno rimanere in carica per un massimo di nove anni. Saranno loro, in attesa di conoscerli – se mai li si conoscerà... - i giudici-censori di Facebook.

Il piano di Mark Zuckerberg è sempre più totale e totalizzante: l'imprenditore informatico apre così il suo tribunale dopo aver lanciato, quest'estate, la "sua" moneta, Libra. La criptovaluta dovrebbe debuttare già nel 2020, con il progetto di renderla valuta internazionale e di rendere superflue persino le banche.

E con il rischio che tutto (o quasi) delle nostre vite passi attraverso i server di Menlo Park.

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