Bari potrebbe contendere a Napoli il ruolo di capitale dei falsari d'Italia. Secondo un'inchiesta apparsa sul quotidiano pugliese “La Gazzetta del Mezzogiorno” le forze di polizia sarebbero sempre più convinte della crescita esponenziale delle zecche clandestine nel territorio del capoluogo pugliese. Le indagini hanno preso il via dopo la scoperta, nell'abitazione di un insospettabile imparentato con l'esponente di una famiglia camorristica ad Adelfia, centro in provincia di Bari, di oltre 965 mila euro in banconote false (in tagli da 20 e 50). Agli inquirenti è balzato subito agli occhi che non poteva trattarsi di una vicenda estemporanea, di un episodio dilettantesco stile “La banda degli onesti”, capolavoro del cinema italiano con Totò e Peppino De Filippo. Le forze dell'ordine ritenevano di essere di fronte ad un'organizzazione efficiente e con una rete estesa. Secondo la ricostruzione fatta durante le indagini, la malavita barese si sarebbe rivolta ai falsari napoletani (le zecche sono estese da Napoli ad Afragola, da Aversa a Pozzuoli) per acquistare denaro falso e rivenderlo puntando a un guadagno di 300 mila euro. Ma la presenza di monete contraffatte è stata segnalata in diversi centri della provincia di Bari. Così l'idea che tra Foggia, la provincia di Andria e Barletta e Bari possano esserci diverse zecche clandestine si è fatta strada. E il guadagno c'è. Si stima che per un milione di euro finti se ne guadagnino 100 mila veri. E lo spaccio può essere esteso e fitto fino alle maglie più piccole della rete: il piccolo bandito, l'extracomunitario che vuol guadagnarci.
L'inchiesta della Gazzetta del Mezzogiorno riporta un dato della Banca d'Italia: nel primo semestre del 2017 sono state riconosciute 74 mila 424 banconote false, lo 0,7 per cento rispetto alle 74 mila 977 del secondo semestre 2016. I tagli più falsificati sono quelli da 20 e 50 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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