Cronache

Morirono nell'alluvione, la richiesta ai parenti: "Pagate la rimozione delle auto"

Tre persone morirono in Sardegna nell'alluvione del 2013. Ora la beffa ai parenti e all'unica sopravvissuta: "Pagate per la rimozione delle due vetture"

Morirono nell'alluvione, la richiesta ai parenti: "Pagate la rimozione delle auto"

Era il 18 novembre 2013. Una violenta alluvione si stava abbattendo su tutta la Sardegna quando due auto sono state sommerse da fango e sassi lungo la strada Monte Pino. Tre i morti. E ora, a distanza di sei anni da quella tragedia, viene presentato il conto alla famiglia delle vittime e all'unica sopravvissuta. Saranno loro a dover pagare tutte le spese per la rimozione delle vetture che risultano adesso inquinanti.

Per tutti questi anni, come spiega La Stampa, nessuno si era mai interessato a quelle carcasse arruginite piene di fango e sassi. Le vetture sono infatti rimaste nella scarpata tra Olbia e Tempio Pausania, sommerse dai cespugli, fino a settembre 2018 quando sono state recuperate. E ora arriva la beffa: a pagare per la rimozione saranno i parenti delle vittime. "Le auto sono state lasciate in un terreno accanto alla zona del crollo e ora devono essere rimosse a nostre spese", ha spiegato l'unica sopravvissuta, Veronica Gelsomino. La ragazza stava percorrendo quel tratto di strada quando è stata travolta dall'alluvione. Dopo l'incidente ha subito cinque operazioni chirurgiche. "Ci ha chiamato la Guardia di finanza e ci ha comunicato che spetta a noi recuperare i rottami e pagare lo smaltimento", ha tuonato incredula.

A ricevere la telefonata anche Alessandro Fiore che in quel giorno di novembre ha perso i genitori e la suocera. Sono morti per colpa della voragine che si era creata sulla strada e per loro non c'era stato nulla da fare. "Quello che sta avvenendo rappresenta l'ennesima mancanza di rispetto verso le vittime e verso il dolore di chi è rimasto - ha dichiarato il ragazzo -. Il processo per la morte dei nostri cari è appena iniziato e il cantiere per la nuova strada è stato aperto da pochi mesi e si è già bloccato. Noi ancora non abbiamo ottenuto neanche un centesimo di risarcimento e adesso rischiamo anche di essere sanzionati per la presenza delle carcasse delle auto. Incomprensibile che alle vittime di quella tragedia venga chiesto di fare ciò che le istituzioni hanno trascurato".

I due, secondo le istruzioni date, dovranno incaricare un carro attrezzi e pagare per lo smaltimento delle carcasse. Come spiega il quotidiano, un'officina meccanica si è offerta di recuperare gratis le vetture.

Ma questo non cancella la rabbia e il dolore dei parenti, vittime per la seconda volta.

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