Moschea di Thiene, monta la protesta politica

La moschea di Thiene è un edificio a tre piani in ampliamento nel vicentino. A pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale, scoppia il caso: l'opposizione sostiene che la maggioranza non abbia avvisato forze politiche e cittadini

Moschea di Thiene, monta la protesta politica

Il caso della moschea di Thiene entra nel dibattito sui luoghi di culto musulmani che sta attraversando l'Italia intera. Dopo il caso di Tor Pignattara, tornato da poco alla ribalta per l'aggressione della giornalista del Tempo, quello di Pisa, quello di Firenze ed altre numerose edificazioni, in queste ore prendono piede le proteste sulla moschea, grande come un centro commerciale, in ormai presente vicentino. Una vicenda, peraltro, che scoppia in piena campagna elettorale. L'edificio in questione, in effetti, è enorme: ha le dimensioni di un albergo di grossa portata, fattore che sta naturalmente alimentando il malcontento di chi è contrario. In via del Rosario, infatti, si sta procedendo con un ampliamento del luogo di culto, notizia che non è stata affatto accettata dalle forze dell'opposizione cittadina.

Paolo Trevisi, della Lega Nord, ha dichiarato: “Da consigliere comunale uscente e non candidato alle prossime amministrative, mi sento in dovere di dichiarare che della nascita di una moschea a Thiene, a tutte le commissioni consiliari e consigli comunali che ho partecipato in 5 anni (ho presenziato sempre tranne alle ultime di fine maggio), non ho mai sentito parlarne”. Roberto Frau, il capogruppo del "Centro Destra Thiene", ha detto al riguardo: “E’ pazzesco che perdiamo ore e ore in commissione dove arrivano argomentazioni di una banalità disarmante e nessuno si è preoccupato di accennare all’ampliamento di una moschea destinata a sconvolgere un intero quartiere. Sono rimasto senza parole quando ieri sera ho appreso della notizia di quanto sta avvenendo in via del Rosario. Quest’oggi mi sono recato davanti all’edificio e adesso voglio vederci chiaro”. Quello che viene contestato all'amministrazione uscente, insomma, è il non aver dato comunicazioni puntuali su quanto stesse avvenendo attorno a questo luogo di culto. Anche la segretaria provinciale del partito guidato da Matteo Salvini è intervenuta in merito mediante una nota del segretario provinciale Erik Umberto Pretto: "La segreteria provinciale della Lega Nord-Liga Veneta di Vicenza ritiene molto grave che i cittadini thienesi residenti non siano stati avvisati ufficialmente dal Comune di Thiene di quanto stia accadendo in Via del Rosario, magari con una apposita assemblea di quartiere, laddove è in fase di completamento una nuova ed imponente moschea". E ancora, per il segretario la costruzione è: "Un edificio di culto islamico e non la semplice sede di un’associazione qualunque". Un elemento da sottolineare, infatti, è che l'edificio sarebbe stato previsto ai fini culturali e sportivi, ma per gli esponenti dell'opposizione thienese questo non sarebbero affatto cristallino. Il rischio paventato, insomma, è che il tutto si trasformi in vero e proprio luogo aggregatori di tutti i fedeli musulmani della provincia e comprometta, così, l'equilibrio sociale della cittadina in provincia di Vicenza, in cui ad oggi sono residenti circa 24mila cittadini.

Il Sindaco Casarotto, però, si difende: "Ci siamo limitati, nel 2014, su richiesta dell’associazione Il Futuro, a dare seguito al completamento di quello che è stato iniziato da Schneck che nel 2005, andando contro molti leghisti ‘duri e puri’, voleva trasferire da via Colleoni alla zona industriale i musulmani di Thiene. L’ufficio tecnico, senza che fosse necessario il passaggio in giunta, ha autorizzato quello che burocraticamente era stato iniziato da chi ora mi attacca. Le cose sono andate così :la mia ex collega Busetti disse ‘no’ a ben altro. Quello che approdò in consiglio comunale nel 2009 era un progetto di un centro per l’esercizio pratico del culto islamico, quindi una vera moschea".

A pochi giorni dal voto, in definitiva, si cerca di scaricare le responsabilità sulla parte politica concorrente, ma resta l'enorme luogo di culto, a tre spaziosissimi piani, con arredi definiti "lussuoreggianti".

Probabilmente un unicum nel panorama delle moschee italiane, per caratteristiche architettoniche e grandezza complessiva, destinato a far discutere anche dopo il voto per le amministrative previsto questa domenica.

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