"Non può essere papà perché è diventato donna": fa causa al Comune

A Como, un uomo che ha cambiato sesso ha chiesto di essere riconosciuto all'anagrafe come padre del suo bambino, avuto dalla compagna utilizzando il proprio seme congelato, ma il Comune si è rifiutato. L'ultima parola ai giudici

"Non può essere papà perché è diventato donna": fa causa al Comune

Uomo fino a ieri, ha cambiato sesso diventando donna, moglie e successivamente madre. Nel frattempo, infatti, la compagna ha dato alla luce un bimbo con la tecnica della fecondazione artificiale, facendo ricorso al seme di lui congelato prima che diventasse donna. Oggi chiede al Comune di essere riconosciuta all'anagrafe come padre del bimbo, essendo lei il padre biologico del piccolo. Ma la richiesta è giudicata "irricevibile", dal momento che non si può certificare la paternità di una donna. Lei non ci sta e porta il Comune in tribunale. Succede a Como. Protagonista della storia una coppia "tradizionale", fino a quando lui non si sottopone a un'operazione per cambiare la propria identità. Le due donne, residenti nel capoluogo comasco, si sposano. L'unione civile viene celebrata in Comune a Como. A quel punto la coppia decide di avere un figlio. Lei rimane incinta utilizzando il seme che l'ex compagno aveva fatto congelare prima del cambio di sesso.

Nasce un maschietto, che ha la particolarità di avere due madri al tempo stesso. Ma la mamma non biologica chiede di essere riconosciuta all'anagrafe come padre biologico del piccolo. Il Comune risponde picche. Per il funzionario, riporta il Corriere della Sera, non è possibile in alcun modo, normative alla mano, indicare come padre una persona di sesso femminile. Il dirigente di Palazzo Cernezzi rifiuta la registrazione e non muta opinione neppure davanti alla decisione della donna comasca di rivolgersi al giudice. La discussione della delicatissima causa è in programma a novembre presso il Tribunale di Como.

Sulla vicenda, per ora il Comune preferisce non rilasciare dichiarazioni in attesa del giudizio dei giudici, ma fa capire come non ci fossero alternative al ricorso alle vie legali trattandosi di una situazione giuridica che non ha precedenti. Toccherà al Tribunale stabilire se alla donna possa essere riconosciuto contemporaneamente il ruolo di padre e madre insieme.

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