Cronache

Non è un soldato è un delinquente

Non è un soldato è un delinquente

Cesare Battisti si è riconosciuto colpevole di quattro omicidi e tre ferimenti nel corso di rapine fatte, a suo dire, per finanziare i Proletari armati per il comunismo, noti come Pac, un gruppo al confine tra terrorismo e criminalità comune. Avevano dunque ragione i magistrati (e i parenti delle vittime) e torto gli intellettuali che hanno difeso Battisti quale eroica primula rossa e «grande scrittore» perseguitato. Una figuraccia da andarsi a nascondere, possibilmente per sempre. Dopo avere chiesto scusa, Battisti ha detto di avere sparato e ucciso per «una guerra giusta». Sulle reali motivazioni dell'assassino reo confesso è lecito avere qualche dubbio. Nel suo caso, i furti in nome del popolo assomigliavano troppo a furti in nome del portafogli. In Italia c'è stata una guerra? Nel caso, è stata dichiarata unilateralmente dai terroristi rossi e in seconda battuta neri. Lo Stato si è difeso come poteva e infine ha vinto. Secondo i militanti comunisti, la Resistenza era stata tradita. I partigiani avrebbero dovuto condurla fino in fondo e trasformarla in una rivoluzione all'ombra dei sovietici. La guerra doveva quindi proseguire: le masse, guidate da un'élite intellettuale e militare, avrebbero rovesciato il potere del nemico di classe, il borghese. La contestazione nata nel Sessantotto non doveva essere solo una ragazzata da esaurirsi nelle aule universitarie. Ci volevano i morti per la strada. La borghesia irresponsabile decise di tifare contro se stessa e di coccolare i rivoluzionari più o meno decisi. Resta esemplare di questo atteggiamento l'appello disastroso contro il commissario Calabresi. Chiamare «guerra» una serie di imboscate è un tentativo di nobilitare stragi che colpivano cittadini innocenti. La guerra ha le sue regole. I Pac uccidevano commercianti per saccheggiare l'incasso. Oggi è cambiato tutto. I cattivi maestri sono diventati maestrini se non buoni almeno buonisti. La rossa sinistra, finito il comunismo, si è data una verniciata rosa fosforescente e si è schierata a difesa delle minoranze, visto che gli operai non vogliono più saperne. Il «nemico» è chiunque rifiuti il politicamente corretto.

E ancora una volta, come risultato paradossale di questa visione del mondo, quel che resta della sinistra finisce col difendere i terroristi come è accaduto col «povero» senegalese (cittadino italiano) che voleva dare fuoco a 51 bambini.

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