Una persona che ben lo conosce e che recentemente l'ha incontrato privatamente, di Matteo Renzi mi ha detto che «il nuovo corso non esiste, l'uomo purtroppo non è cambiato di un millimetro, come se la sconfitta al referendum, la scissione e tutto il resto non gli avessero insegnato nulla». E in effetti è difficile cogliere segni di novità nelle recenti mosse del premier-segretario occulto. Minaccia i giornali e i giornalisti che (faziosamente e stupidamente) non riconoscono il torto giudiziario subito dal padre, ottenendo come unico risultato il trasformare in eroi della libertà di stampa colleghi servi della procura di Napoli; va su tutte le furie perché una trasmissione Rai, Report, svela ciò che probabilmente è indimostrabile ma nello stesso tempo ovvio, cioè che nessun imprenditore dotato di un minimo di buon senso metterebbe suoi soldi nell'impossibile salvataggio del quotidiano l'Unità - come ha fatto il suo amico Pessina - senza avere adeguata e indicibile contropartita. Insomma, si occupa degli affari suoi con la conosciuta arroganza convinto di essere ancora il padrone del Paese.
Renzi è talmente preso dall'ansia di ritornare a Palazzo Chigi il prima possibile che non pesa più ciò che gli succede attorno. I grillini sono diventati la sua ossessione. Si vede a occhio nudo che li teme, che ha paura, risponde piccato alle loro quotidiane provocazioni, trasformando così una serie di gigantesche cazzate in altrettante notizie da prima pagina. E non si accorge che il suo rivale non si chiama Beppe Grillo (a cui non ruberà mai un voto) ma Silvio Berlusconi. Il quale, zitto zitto, tra un agnello salvato e un Milan venduto «con dolore» è tornato a essere il leader della coalizione in testa ai sondaggi.
A differenza di Renzi, Berlusconi nel momento di difficoltà è rimasto immobile come il sole, con i pianeti suoi alleati a girargli intorno a volte minacciosi, altre impazziti al punto da cercare un nuovo, fantomatico leader. Un caos primordiale che non lo ha scalfito e che ora pare ricomporsi.
Come dicevano i latini, «non c'è una notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere». Si va verso l'estate, il tempo vira al bello. È solo Pasqua (auguri a tutti voi) ma già il meteo politico prevede ampie e stabili schiarite. Che Renzi continui a minacciare e Grillo a delirare. Porta buono.
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