Nuovi efficaci trattamenti per i sintomi della psoriasi

Una cute uniforme, libera da placche rossastre e ispessite. Pensare di ottenerla, quando si soffre di psoriasi, non è impossibile. Oggi si studiano nuove potenti terapie, in grado di agire con maggiore rapidità e con un effetto più duraturo nel ridurre le lesioni cutanee, causa di sintomi debilitanti come prurito, desquamazione e dolore articolare. Di psoriasi (malattia cutanea, infiammatoria cronica e non contagiosa), ne soffre il 3 per cento della popolazione nel mondo, ovvero oltre 125milioni di persone. Circa 1milione e mezzo in Italia.

Anche quando le manifestazioni sono lievi, i pazienti sperimentano un impatto molto pesante sulla loro vita quotidiana. «Sono numerosi i bisogni insoddisfatti nella psoriasi», spiega Giampiero Girolomoni, professore ordinario di dermatologia dell'università di Verona, in occasione del recente incontro scientifico «La pelle conta» www.lapelleconta.it. «Nonostante le numerose opzioni di trattamento, il 41 per cento delle persone affette da psoriasi e il 28 per cento dei loro medici sono insoddisfatti delle attuali terapie. I pazienti desiderano e meritano una cute esente o quasi esente da lesioni, il che si traduce in una effettiva migliore qualità della vita. Attualmente è esente o quasi da lesioni solo da un terzo alla metà dei pazienti trattati con terapie biologiche». In questo ambito, il passo in avanti oggi è rappresentato da un nuovo anticorpo monoclonale umano (secukinumab) che si lega selettivamente all'interleuchina 17-A (IL-17A), modulandone l'attività. Si tratta del primo inibitore dell'IL-17A ad essere stato approvato in Europa come terapia di prima linea, in alternativa agli attuali trattamenti sistemici. Nel corso di studi clinici, il 70 per cento o più dei pazienti trattati con questa nuova terapia (frutto della ricerca di Novartis), ha ottenuto la risoluzione completa o quasi completa delle manifestazioni cutanee, durante le prime 16 settimane di trattamento.

«Tra i risultati più significativi - afferma Ketty Peris, direttore della Clinica dermatologica università Cattolica del Sacro Cuore policlinico A. Gemelli di Roma -emerge che l'efficacia del secukinumab si mantiene nel tempo fino a 2 anni per tutti i pazienti ».

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