Coronavirus

Cosa succede alla curva con Omicron: i dati che sorprendono

La variante Omicron è esplosa nell'arco di un mese con un boom quotidiano di contagi e infezioni ma altrettanto velocemente sta "implodendo": ecco le spiegazioni

Cosa succede alla curva con Omicron: i dati che sorprendono

Come ci ha insegnato il Sud Africa, dopo il boom della variante Omicron che ha colpito la nazione africana tra novembre e dicembre, c'è stato un rapido calo dei nuovi contagi giornalieri. Lo stesso sta avvenendo in Italia: dopo il picco raggiunto più o meno a metà gennaio con 228.179 positivi in un solo giorno, è iniziata l'inversione di tendenza che si è fatta via via più marcata.

Quali sono le spiegazioni

Da cosa dipende l'impennata di nuovi casi, contagi e ospedalizzazioni e il crollo degli stessi? Gli esperti attribuiscono questo fenomeno al loro legame a doppia mandata: più velocemente la gente si infetta, più velocemente guarisce e torna negativa. Apparentemente è un "semplice" uno più uno: se in poche settimane si infettano milioni di persone, dopo una decina di giorni milioni di persone tornano a stare bene. Con le altre varianti, la conta dei nuovi positivi era molto più lenta, da qui deriva la durata maggiore delle "ondate" (vedi le prime tre). Se l'R0, cioè la possibilità di infettare il prossimo di ognuno di noi, è ad esempio di 10, significa che da solo posso contagiare velocemente fino a 10 suscettibili che altrettanto velocemente guariranno.

Quanto incide il contenimento

Omicron, considerato il virus più infettivo di sempre, è velocossimo ad infettare le persone ma poi trova un muro e si ferma, si blocca: tra vaccinati e già infettati, trova sempre meno organismi dove "attecchire". Se è vero che la nuova variante può far reinfettare anche i contagiati con Delta, non è detto che lo riesca a fare sistematicamente. E poi, non dimentichiamoci le misure anti-Covid adottate dal nostro Paese come distanziamento, mascherine, super green pass: i cittadini, in autonomia, hanno applicato quanto ormai viviamo da due anni e a cui siamo abituati. Se Omicron fosse stato il "primo" virus sarebbe andata in maniera certamente peggiore.

L'effetto vaccini su Omicron

Chi continua a dire che i vaccini abbiano uno scarso effetto su Omicron mente sapendo di mentire: da sempre, virologi ed epidemiologi spiegano che ci si può ammalare di Covid anche con tre dosi ma che si fa poco più di un raffreddore (a volte nemmeno quello) e poi si guarisce. Discorso diverso per ricoveri e terapie intensive, con i vaccini di Pfizer e Moderna che fanno da scudo contro la malattia grave limitando enormemente la possibilità che si possa andare in ospedale. È vero che questa variante aggira il sistema immunitario, ma lo fa con le armi ormai spuntate grazie agli anticorpi prodotti dalla vaccinazione o da una precedente infezione.

Tutti questi fattori messi insieme faranno sì che da oggi, lunedì 7 febbraio, si comincerà a uscire gradualmente dalla pandemia: sempre meno restrizioni per soggetti vaccinati o guariti con tre dosi e, da venerdì 11, addio all'obbligo di mascherina all'aperto.

Sono i primi passi che si muovono in direzione di una normalità che, speriamo, possa essere completata il più presto possibile.

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