Le ong nel Mediterraneo

Open Arms, il Viminale impugna la decisione del Tar

Il Viminale impugna la decisione del Tar del Lazio che permette a Open Arms di entrare nelle nostre acque territoriali

Open Arms, il Viminale impugna la decisione del Tar

Matteo Salvini non ci sta e va al contrattacco, dando mandato all'avvocatura di Stato per impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms. Ma andiamo con ordine e partiamo dal primo agosto scorso, quando il ministro dell'Interno - insieme a quello della Difesa Elisabetta Trenta e a quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli - emana un provvedimento che vieta all'ong spagnola "nel mare territoriale nazionale".

Il 13 agosto, però, Open Arms presenta un ricorso d'urgenza al Tar, ottenendo una risposta il giorno seguente: "Lo stesso oggi risponde - fanno sapere i legali della ong - riconoscendo la suddetta violazione nonchè la situazione di eccezionale gravità ed urgenza dovuta alla permanenza protratta in mare dei naufraghi a bordo della nostra nave, e dispone quindi la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo". E così Open Arms, ricevuto il via libera dal tribunale amministrativo regionale, si dirige verso Lampedusa con l'obiettivo di far sbarcare le 147 persone che sono a bordo della nave da oltre 13 giorni.

Il tar fa in particolare riferimento "al periculum in mora, che sicuramente sussiste, alla luce della documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica, dichiarazione capo missione)". In pratica, questo il sunto del tribunale, le condizioni dei migranti a bordo della nave sono disperate e, pertanto, se ne dispone lo sbarco. Un'opinione, questa, messa però in dubbio dal responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, che ha affermato: "C'è qualcosa che non funziona, perché tra i 13 migranti fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, mentre gli altri stavano bene: eppure dalla relazione dello staff Cisom (il Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta - ndr) risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia".

Ma proprio mentre Open Arms comincia a muoversi verso Lampedusa, è Salvini ad annunciare: "Pensate in che Paese strano viviamo, dove un avvocato del Tribunale amministrativo del Lazio vuole dare il permesso a sbarcare in Italia ad una nave straniera carica di immigrati stranieri. Io firmerò nelle prossime ore il mio no perchè non voglio essere complice dei trafficanti. C'è una nave spagnola, in acque maltesi che si rivolge ad un tribunale italiano, ma non si capisce perchè. C'è il chiaro intento di andare indietro, tornare ad aprire i porti italiani e far diventare l'Italia il campo profughi d'Europa: finché avrò vita non mi arrendo a questa vergogna".

Il ministro dell'Interno viene nel frattempo scaricato dalla Trenta, che invia due navi della Marina militare per monitorare le condizioni dei minori a bordo di Open Arms e per trasferirli sulle imbarcazioni italiane. La stessa ministra cala poi l'asso di bastoni e, in una nota, mette nel mirino il ministro dell'Interno: "Mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un'esplicita disponibilità all'assistenza delle persone maggiormente bisognevoli".

Anche il ministro Toninelli, dopo la decisione del Tar, si smarca da Salvini: "Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini, che vietava l'ingresso, il transito e la sosta della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato, anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico, per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti, esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. E a differenza di Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato e concretezza". E poi, dando un colpo al cerchio e uno alla botte: "Questo - aggiunge - non significa che dobbiamo accogliere tutti i migranti della Open Arms. La mia, la nostra, linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici; poi l'Europa, e in primis la Spagna la cui bandiera sventola sulla Open Arms, inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti che sono a bordo della nave. Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo, che sono in situazione di pericolo, come chiesto dal Presidente del Consiglio e come prevede la legge, che giustamente impone sempre la tutela dei minori e la loro protezione".

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pubblica su Facebook una lettera aperta a Salvini, invitandolo a non giocare sulla pelle dei migranti per interessi politici e a far sbarcare i minori. La battaglia raggiunge il suo climax e mostra la frattura tra Lega e Movimento 5 Stelle. Ma non solo. Dimostra anche come una decisione del Tar sia stata rivestita di un carattere politico.

E, proprio perché in ballo c'è tutta la gestione dei flussi migratori, il Viminale ha annunciato di aver mandato all'Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per Open Arms. Ma basterà per fermare l'ong?

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