Ora la Rai si inchina all'islam: in onda la propaganda al velo

Nel programma Nemo, nessun escluso, viene mandata in onda la testimonianza di Sara, una giovana musulmana velata. Ciò che stride però è il forte accento che dà all'immagine del velo

Ora la Rai si inchina all'islam: in onda la propaganda al velo

"Il velo è un'armatura". E ancora: "Il velo rappresenta la mia identità". Parole che ai più maligni potrebbero sembrare uno spot pubblicitario, ma che invece vanno a comporre la presentazione di Sara Keshk, un musulmana velata che si presenta ai telespettatori Rai, nell'appuntamento con il programma A Nemo, nessuno escluso, come una ragazza fedele a Maometto.

Il velo islamico in onda sulla Rai

La giovane Sara entra coraggiosa accopagnata della luci dello studio, alla domanda del pubblico "Chi sei", risponde con sicurezza: "Sono Sara Keshk e studio scienze della comunicazione". Quello che segue è un lungo monologo sui traumi e sui sopprusi a cui può andare incontro una ragazza nell'Italia di oggi. Sguardi di odio, di intolleranza e talvolta anche aggressioni, come quella che sostiene di aver subito "quando attraversando un semaforo un automobilista" le ha sputato in faccia.

Ciò che però regna sovrano sul palco di mamma Rai è la figura del velo. Questo, secondo Sara la "difende dall’ignoranza degli altri e rappresenta la mia identità". Ma non solo: "È uno scrigno per la donna che è preziosa e deve essere custodita, me lo diceva la mamma". Sorgono un paio di domande: perchè non spiegare cosa realmente fa nella vita? Oppure cose ama fare nel tempo libero? Nessun riferimento alle preghiere, nessun riferimento alle amicizie che coltiva e neppure alcun dettaglio sullo studio universitario che ha scelto. Banalità, penserete voi, ma sono discorsi normali per uno studente e per un giovane adulto che si presenta alla "società".

Sara invece pone solamente l'accento questione velo.

Un dettaglio che stride se si pensa a ciò che invece non ammette la giovane, ovvero il fatto di essere membro di ben due organizzazioni islamiche: Islamic Relief e Gmi (Giovani musulmani d’Italia). Insomma, una trovata per fare propaganda al velo e per puntare il dito contro gli intolleranti o solo una dimenticanza causata dall'emozione del palcoscenico?

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