Pantano e nuove alleanze

Brutto momento per il premier, maltrattato all'estero e isolato in patria

Pantano e nuove alleanze

Italia-Germania è iniziata ieri a Bruxelles, e non è stato un bel prologo. Tra Merkel e Renzi è finita malissimo. La Cancelliera ha bocciato senza appello la richiesta dell'Italia di provare a salvare le proprie banche in balia del dopo Brexit - con misure straordinarie; il premier ha ricordato ai tedeschi che quando in difficoltà erano le loro banche, l'Italia (berlusconiana) e l'Europa intera si dimostrarono molto generose. Siamo coerenti e abbiamo tifato Italia anche in politica. Renzi non ha ragione, ha straragione, ma la sua è la forza di un peso piuma. Partita persa, dunque, perché la Germania difende a oltranza i trattati anche se vetusti e ormai suicidi.

Brutto momento per il premier, maltrattato all'estero e isolato in patria. Con il «suo» referendum, quello sulla riforma del Senato, che incombe minaccioso. Una riforma pasticciata che più la conosci più la eviti, come dimostrano i sondaggi. Un esempio, tra i tanti: Giulio Tremonti ha scoperto che - se passasse - la competenza sui trattati internazionali e sulla loro eventuale rinegoziazione verrebbe affidata in modo esclusivo proprio ai nuovi senatori, cioè a 21 sindaci e 70 consiglieri regionali scelti praticamente a caso. Una vera follia.

Preso dal panico, ora Renzi cerca sponde per rimescolare le carte. Potrebbe, in prima battuta, provare a convincere Forza Italia a passare nel fronte referendario del «sì» in cambio di modifiche alla legge elettorale appena approvata, sostituendo il premio di lista con il premio di coalizione. Capirebbero gli elettori, soprattutto quelli del centrodestra, questa giravolta tattica?

Non penso, e comunque nessun leader di partito, come dimostrano le ultime elezioni amministrative, può garantire sugli umori e sull'obbedienza delle sue teoriche truppe. E allora? Se Renzi non volesse più andare alla conta nelle urne non gli resterebbe che rinviare il referendum, mossa che comunque lo indebolirebbe ulteriormente.

Per uscire dal pantano servirebbero non accordi sottobanco, ma nuove alleanze proiettate sul lungo periodo. Forza Italia si prepara.

Le dimissioni, giunte ieri, di Mariarosaria Rossi da tesoriera del partito è una svolta che va oltre la persona e che in molti aspettavano. Finisce l'era del cosiddetto «cerchio magico», inizia quella dei tecnici che dovranno riorganizzare tutto.

In attesa che Silvio Berlusconi indichi la nuova rotta. E non sono escluse sorprese.

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