Parisi, le bambole e il centrodestra

In un momento in cui ogni giorno i terroristi mietono vittime, le banche barcollano e la prima famiglia imprenditoriale italiana, gli Agnelli, annuncia che lascia il Paese, ecco forse oggi non è esibendo bambole gonfiabili che si può aspirare a prendere la guida del centrodestra

Parisi, le bambole e il centrodestra

Matteo Salvini ha esibito l'altra sera, sul palco di un comizio a Soncino, una bambola gonfiabile tipo sex toys presentandola come Laura Boldrini. L'indignazione che il gesto ha provocato nelle file della sinistra («gesto sessista», «incitazione all'odio», «lesa dignità delle donne» eccetera eccetera) è sproporzionata e stupida quanto se non di più del gesto stesso. Sia chiaro, il nostro giudizio sulla Boldrini è chiaro, la riteniamo inadeguata a ricoprire la carica di presidente della Camera, pensiamo che le sue prese di posizioni costituiscano una «lesa dignità di tutti gli italiani».

Ognuno è libero di fare politica come meglio crede, ma in un momento in cui ogni giorno i terroristi mietono vittime, le banche barcollano e la prima famiglia imprenditoriale italiana, gli Agnelli, annuncia che lascia il Paese, ecco forse oggi non è esibendo bambole gonfiabili che si può aspirare a prendere la guida del centrodestra. Argomento questo quanto mai caldo perché forse, direi spero, siamo alla vigilia di cambiamenti veri. Silvio Berlusconi, tornato in perfetta forma fisica dopo l'intervento al cuore, sta ragionando con Stefano Parisi, già candidato sindaco di Milano, sulla possibilità di affidargli la riorganizzazione di Forza Italia, cosa che porterebbe automaticamente a una guida di fatto di tutta la coalizione. Già, ma quale coalizione? Con la Lega e Fratelli d'Italia o senza ali destre e con tutti i centristi (alfaniani compresi), e leghisti maroniani? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe prima sapere quanto durerà Renzi - tradito ieri anche dal suo amico Marchionne, e qualche cosa vorrà dire - e quale sarà la legge elettorale, visto che quella oggi in vigore alla Camera appena partorita, sembra avere i giorni contati.

Parisi non è uomo da compromessi, e neppure da bambole gonfiabili. Immagino che per accettare pretenderà patti chiari con Berlusconi, prima, e con possibili alleati, poi. E sono certo che non abuserebbe di questo potere per regolare conti che peraltro, essendo fresco di politica, non ha mai aperto. Ha i requisiti, l'autorevolezza e i collegamenti per essere l'uomo giusto. Ma se accetta dovrà andare spedito come un treno perché la politica è una bestia che inghiotte e digerisce tutto.

Se non ti può azzoppare subito (il tentativo da parte di altri pretendenti è in atto ma appare debole e sconclusionato) ti avvolge nelle sue trame e sei fritto. Se nuovo deve essere, che lo sia da subito, senza indugi o tentennamenti.

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