Coronavirus

Parla uno dei 6 ragazzi contagiati dal paziente 1: "È stato uno choc"

Uno dei compagni di calcio di Mattia, il 'paziente 1', racconta l'isolamento forzato dopo la positività ai test del coronavirus

Parla uno dei 6 ragazzi contagiati dal paziente 1: "È stato uno choc"

"Mi dispiace, è risultato positivo ai test". È quello che si è sentito dire uno dei 6 ragazzi contagiati da Mattia, il podista 38enne noto alle cronache come 'paziente 1', dal quale sarebbe cominciata la diffusione del coronavirus nei comuni del Lodigiano.

Una telefonata breve, poche parole dall'impatto devastante. Così una dottoressa dell'ospedale Sacco di Milano ha comunicato ad A.F., 37 anni, che il tampone faringeo a cui era stato sottoposto nella giornata di sabato 22 febbraio aveva dato esito positivo: "Si tratta di Covid-19". E poi il silenzio.

"Sono rimasto basito per qualche secondo, - racconta il 37enne al Corriere della Sera - ho guardato l'orologio. Forse volevo fissare nella memoria un momento così importante: erano le 11.53 di domenica mattina. Ho fatto un respirone e mi sono detto 'stai tranquillo e cerca di essere razionale'. E così ho cominciato a convivere con 'lui'".

Il contagio, nel suo caso, è avvenuto per contatto diretto. Il ragazzo milita nella stessa squadra di calcio di Mattia, il paziente 1ricoverato nel reparto di Infettivologia al Policlinico San Matteo di Pavia. Si erano visti la scorsa settimana in occasione di una partita: "Sabato 15 ha giocato con me, sono stato seduto accanto a lui. - continua -Quando si è saputo che era in ospedale, venerdì, tutti quanti ci siamo messi volontariamente in isolamento e quel giorno stesso ci hanno fatto i tamponi".

La convivenza con il coronavirus è tutt'altro che semplice ma, al momento, i sintomi sono assimilabili a quelli di una comune influenza. "Siamo in 6 ad essere stati contagiati, più Mattia (il paziente 1). - prosegue il racconto -Siamo tutti in quarantena nelle nostre case. Nessuno di noi, per ora, è stato così male da essere ricoverato. Qualche sintomo, qualche linea di febbre ma niente di serio. Io sono sposato, pensavo di aver contagiato mia moglie ma, per fortuna, il suo tampone è negativo".

Poche semplici regole quelle imposte ai pazienti infetti per evitare la diffusione del contagio. "Ci hanno detto di rimanere a casa, di evitare contatti ravvicinati con altre persone, a partire d mia moglie che come me è in quarantena. - spiega - Niente sudate, tachipirina all'occorrenza, chiamare subito il 112 se i sintomi si aggravano e misurare la febbre ogni giorno. Io esagero un po', la misuro ogni ora. Per adesso, la temperatura varia tra i 37 e i 37.8. Non ho difficoltà respiratorie, solo un colpo di tosse ogni tanto".

L'isolamento forzato ha costretto il 37enne ad un cambio repentino di abitudini. Ora, comunica solo con WhatsApp con i compagni di squadra. "Abbiamo creato un gruppo su WhatsApp con gli altri ragazzi. Lì comunichiamo e ci scambiamo informazioni. - racconta -Il resto del tempo, ascolto musica, parlo al telefono, mando messaggi e poi non so più per quanto tempo guardo calcio e documentari. Guardo mia moglie che gioca in giardino col cane".

Anche la convivenza coniugale è compromessa dall'infausta circostanza. "Dormiamo in stanze separate, usiamo bagni diversi e io disinfetto il mio ogni volta che lo uso. Stiamo rigorosamente a più di 2 metri di distanza. Mangiamo e parliamo in lontananza. Vorrei abbracciarla ma non si può". Quanto all'approvigionamento di cibo, invece: "I miei suoceri ci lasciavano il sacchetto sulla porta di casa, poi sono finiti anche loro in isolamento. Per ddesso saccheggiamo le scorte del freezer".

Numerosi i contatti avuti dal 37enne prima che risultasse positivo ai test: "Almeno 70 persone saranno controllate - conclude -Ma la situazione paradossale è che qualcuno si è inventato contatti con me pur di sottoporsi al tampone".

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