
Gli insider di Palazzo hanno sempre sostenuto che Carlo III desiderasse vedere con maggior frequenza i nipoti Archie e Lilibet Diana, figli di Harry e Meghan. Stando alle ultime indiscrezioni, però, Sua Maestà, forse stanco dell’atteggiamento del suo secondogenito e della moglie, avrebbe intenzionalmente attuato una misura piuttosto drastica, che tira in ballo proprio i principini e la possibilità, per loro, di tornare nella patria del padre.
“Sei mesi”
Negli ultimi giorni ha creato un certo scalpore l’indiscrezione del Guardian secondo cui durante un viaggio a Londra (nessuno sa in quale occasione di preciso) il principe Harry avrebbe discusso con lo zio materno, il conte Charles Spencer, sulla possibilità di rinunciare al cognome Sussex per adottare quello di Lady Diana. I tabloid hanno ipotizzato che questo presunto desiderio nascondesse una strategia di “rebranding”, magari rendendo ancora più immediato l’accostamento tra i duchi e la compianta principessa, ovvero tra una coppia che fatica a trovare una cifra personale e un’icona planetaria. In questo modo, infatti, Harry e Meghan si presenterebbero come una sorta di autentici, soli eredi del vero spirito altruista, generoso, anticonformista di Diana, brillando della sua luce riflessa.
Le cose non starebbero proprio così. Secondo il People i duchi avrebbero pensato di adottare il cognome della defunta principessa per rispondere a un presunto sgarbo di Carlo III: tutto sarebbe iniziato quando Harry e Meghan avrebbero richiesto i passaporti britannici per i loro figli, i principi Archie e Lilibet Diana, con il cognome aggiornato in Sussex. A questo proposito Tatler ha ricordato che l’8 febbraio 1960 la regina Elisabetta volle aggiungere al nome del casato, ovvero Windsor, il cognome del principe consorte Filippo, Mountbatten appunto. Fino al 2023, ha specificato L’Express, il principe Archie avrebbe avuto sia il passaporto britannico, sia quello statunitense proprio a nome Mountbatten-Windsor.
Harry, però, avrebbe deciso di cambiare questo cognome, scegliendo per la sua famiglia quello relativo al titolo donatogli dalla nonna al momento delle nozze, cioè Sussex. Si tratta di una scelta piuttosto comune tra i reali. L’attesa per la consegna dei documenti, però, sarebbe stata a dir poco snervante. Infatti di solito occorrerebbero circa tre settimane per il rilascio dei passaporti, ma i Sussex avrebbero dovuto aspettare sei mesi.
Una fonte vicina alla coppia ha spiegato al People: “C’è stata un’evidente riluttanza nell’emissione dei passaporti per i bambini”. A quanto pare i duchi avrebbero chiesto il motivo di tanta lentezza, ma ogni volta si sarebbero trovati di fronte a ulteriori ritardi che avrebbero giudicato inspiegabili. Prima ci sarebbero stati dei “problemi tecnici”“, ha puntualizzato ancora il Guardian. In seguito un’altra richiesta, fatta utilizzando un servizio che rilascia i passaporti in 24 ore, sarebbe stata cancellata improvvisamente a causa di un “errore di sistema”.
Un insider esperto di questioni legali ha dichiarato al quotidiano che le ragioni dietro a questi ritardi sarebbero ben altre: i funzionari governativi avrebbero “temporeggiato perché le richieste dei passaporti includevano il trattamento di altezze reali per entrambi i bambini”. Lo stesso sospetto sarebbe venuto anche a Harry e Meghan, i quali avrebbero dedotto che dietro all’estenuante attesa potrebbe esserci Carlo III. Un altro insider ha rivelato al Guardian: “Il Re non voleva che Archie e Lili portassero i titoli, soprattutto il trattamento di altezze reali e i passaporti britannici, una volta creati, sarebbero la prima e forse la sola prova legale dei nomi [dei bambini]”.
Sua Maestà avrebbe voluto punire il figlio e la nuora attraverso i nipoti. La fonte ha aggiunto che il problema non starebbe solo nell’uso del trattamento di altezze reali, ma sarebbe collegato anche al cognome, ovvero al titolo nobiliare: “Harry si è ritrovato al punto in cui i passaporti britannici per i suoi figli, con il cognome Sussex aggiornato (dopo la morte della regina Elisabetta) erano stati bloccati con una serie di giustificazioni nel corso di circa cinque mesi” (da notare che l'insider parla di cinque mesi, non sei, come riportato dagli altri media. Non cambia nulla nella narrazione della vicenda, ma è un dettaglio che merita di essere rilevato).
La fonte ha proseguito: “Completamente esasperato [Harry] andò dallo zio e gli disse: ‘La mia famiglia dovrebbe avere lo stesso cognome e [i Windsor] vogliono impedire che ciò accada, poiché per legge i bambini sono Loro Altezze Reali, dunque se le cose si mettessero male, se la situazione esplodesse e non venisse permesso ai bambini di chiamarsi Sussex, potremmo usare il cognome Spencer?”.
Harry ancora contro l’Home Office
Sempre stando ai resoconti dei tabloid i passaporti sarebbero finalmente giunti a destinazione solo dopo che i legali di Harry e Meghan avrebbero contattato l’Home Office (il Ministero dell’Interno britannico), minacciando di richiedere, ha scritto il People, “l’accesso ai dati personali, un’azione legale che avrebbe potuto far emergere discussioni interne o decisioni dietro il ritardo”.
È già la seconda volta che il principe si ritrova contro l’Home Office. Il ricordo della battaglia legale (persa) per riavere la scorta nel Regno Unito, infatti, è ancora vivido nella memoria dell’opinione pubblica britannica e non solo. Per il momento sia i duchi di Sussex sia Buckingham Palace hanno preferito non rilasciare dichiarazioni a proposito del presunto ritardo nella consegna dei passaporti. Un portavoce di Harry e Meghan, citato dal Guardian, ha semplicemente affermato: “Non commentiamo le questioni private che riguardano i figli del duca e della duchessa di Sussex”.
Archie e Lilibet “working royal”?
L’intera questione risulta piuttosto strana. Possibile che Carlo III abbia coinvolto i nipoti nella faida con Harry e Meghan? Sembra davvero assurdo, soprattutto se pensiamo ai tanti insider che negli anni hanno sottolineato la nostalgia del Re nei confronti dei piccoli principi. Inoltre Archie e Lilibet Diana hanno diritto sia al titolo, sia al trattamento di altezze reali, in quanto nipoti diretti del sovrano d’Inghilterra.
L’11 dicembre 1917, infatti, Re Giorgio V sancì, attraverso le lettere patenti, che il titolo di principe e principessa e il trattamento di altezza reale fosse concesso a tutti i figli del monarca regnante, ai figli dei figli maschi del sovrano e al figlio maggiore del figlio del principe di Galles. Per questo ritardare la consegna dei passaporti non avrebbe senso.
Possiamo ipotizzare che, se davvero i fatti si sono svolti come riportato dal Guardian, la lunga attesa e tutti i relativi problemi potrebbero essere stati solo una coincidenza. Un caso che Harry e Meghan, ormai intrappolati in una narrazione in cui sarebbero sempre e comunque una sorta di vittime sacrificali della Corona d’Inghilterra, avrebbero voluto interpretare come un dispetto contro la loro famiglia.
Forse possiamo guardare la questione da un altro punto di vista. Invece di chiederci: “Carlo III ha davvero tentato di bloccare il più possibile l’emissione dei documenti dei nipoti”, potremmo domandarci: “Perché i Sussex terrebbero così tanto ai titoli e al trattamento derivante dallo status di membri della Corona britannica, ovvero quella royal family contro la quale si sono scagliati più volte e che hanno lasciato nel 2020?”.
Il Guardian ha proposto una possibile risposta: “Il principe Harry vuole mantenere il trattamento di altezza reale per i suoi figli, così quando diventeranno adulti potranno decidere da soli se vogliono diventare working royal, o rimanere fuori dalla vita pubblica”. Quello di Harry e Meghan sembra un atteggiamento contraddittorio: nell’intervista a Oprah del 2021 la coppia dichiarò che la corte britannica sarebbe una “trappola” e ora prenderebbero in considerazione l’idea che i loro figli possano vivere in quella presunta prigione dorata?
Inoltre non è affatto detto che il principe William, una volta asceso al trono, consenta ai figli del fratello di intraprendere il lavoro al servizio della monarchia britannica. Soprattutto dopo i dissidi con i Sussex. Non è affatto scontato che William e Harry facciano pace nei prossimi anni.
Harry è pentito?
Nonostante tutto il Guardian pare piuttosto sicuro della teoria riguardante i piccoli Sussex futuri working royal a tutti gli effetti. Sembrerebbe quasi una specie di rivincita per il duca, sebbene abbastanza incoerente. Dopo la Megxit Harry e Meghan hanno ottenuto di mantenere il trattamento di altezze reali, ma a patto di non usarlo e, naturalmente, di non impiegarlo per fini economici. I duchi, la regina Elisabetta, l’allora principe Carlo e il principe William giunsero a questa soluzione con il “Sandringham Summit Agreement”, come lo chiamano i tabloid, ovvero l’accordo giunto dopo un incontro privato a Sandringham, nel gennaio 2020.
Ora, però, il principe Harry vorrebbe per i suoi figli ciò a cui lui stesso avrebbe rinunciato per essere libero di decidere della sua vita ed economicamente indipendente, lontano dalle soffocanti regole di Palazzo. Tutto ciò farebbe anche pensare che i Sussex avrebbero vissuto come un’imposizione gli accordi di Sandringham e che non ci sarebbe stato ampio spazio per un dialogo con la famiglia.
Del resto nelle fasi iniziali della Megxit il duca di Sussex avrebbe proposto alla nonna di continuare il suo servizio alla Corona vivendo oltreoceano. Un’idea a cui Elisabetta II si sarebbe subito opposta, sostenendo che non si possa essere reali part-time, ma sia doveroso fare una scelta, assumendosene onori e, soprattutto, oneri. A questo punto viene spontanea una domanda: il principe Harry si è forse pentito di aver lasciato Londra e spera che Archie e Lilibet Diana possano, un giorno, tornare in quella che lui considererebbe ancora la sua casa, con tutti i privilegi del loro rango?
Nel corso degli anni, dalle dimissioni in poi, in molti hanno ipotizzato che il principe si fosse pentito delle sue scelte. L’ultimo in ordine cronologico è l’ex maggiordomo di corte Grant Harrold, che ha lavorato per Carlo dal 2004 al 2011. L’uomo, menzionato dall’Express, ha dichiarato: “Una parte di me crede che Harry abbia dei rimpianti per aver lasciato la sua vita, i suoi amici, e la sua famiglia per iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. È stato un passo enorme, [costato] sacrifici. Meghan aveva ancora amici e, in una certa misura, una famiglia nella persona di sua madre, quindi non doveva fare un grande sacrificio. Ma credo nel destino e che le cose accadano per una ragione”.
Harry vorrebbe così tanto vedere i suoi figli a corte da interpretare dei ritardi nella consegna dei passaporti come un sabotaggio di Carlo III, o davvero Sua Maestà starebbe cercando di far
comprendere ai duchi che non possono più aspirare ad alcun ruolo ufficiale? Impossibile dirlo, ma una cosa sarebbe certa: la guerra tra Windsor e Sussex non è finita e la pace sembra ogni giorno più lontana.