Taranto sceglie il sindaco "no Ilva"

Bitetti (Pd) vince nella città pugliese. È contro la trattativa per rilanciare l'acciaieria

Taranto sceglie il sindaco "no Ilva"
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Alla fine a Taranto la spunta Piero Bitetti, il sindaco «no Ilva». Il candidato del centrosinistra, con l'appoggio esterno del M5s, aveva chiuso in testa già al primo turno e conferma al ballottaggio la sua vittoria: è lui il nuovo sindaco con il 54% delle preferenze quando sono state scrutinate l'84 per cento delle sezioni, mentre il candidato del centrodestra, Tacente, nonostante la convergenza su di lui di FdI e FI, si ferma al 45,6%.

A tirare la volata a Bitetti - ex presidente del Consiglio comunale, notabile del centrosinistra locale (51 anni, ma già da oltre un quarto di secolo in politica) e protagonista della «defenestrazione» del precedente sindaco Rinaldo Melucci - era arrivata a chiusura di campagna persino Elly Schlein in persona. Proprio la segretaria del Pd, ieri, ha scelto di azzardarsi ad annunciare per prima, quando lo spoglio era ancora agli inizi, che la «destra» stava perdendo a Taranto. Mentre il vicepremier Salvini faceva i complimenti a Tacente per la «coraggiosa» campagna elettorale, gli scrutini sezione dopo sezione confermavano un distacco stabile di qualche migliaio di voti. Fino a quando, poco dopo le 19, l'arrivo nel comitato di Bitetti del governatore pugliese Michele Emiliano ha suggellato la vittoria del neosindaco Pd. Evidentemente aiutato anche dall'invito giunto agli elettori pentastellati da parte dei vertici M5s a «non votare a destra». Una cortesia ricambiata, forse, da alcuni annunci di Bitetti che hanno strizzato l'occhio al MoVimento, in particolare su uno dei dossier più sensibili per la città: l'ex Ilva.

Ieri, come trattiamo in un articolo a parte, a Roma governo e sindacati discutevano del futuro delle Acciaierie d'Italia. Ma intanto l'elezione di Bitetti non pare destinata a facilitare la trattativa in corso per la cessione dell'impianto pugliese a Baku Steel, la compagnia metallurgica statale dell'Azerbaigian.

Tra le condizioni poste dagli azeri per rilevare il complesso siderurgico, due sono particolarmente rilevanti: il rilascio rapido e «sostenibile» dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e la piena operatività della nave rigassificatrice nel porto di Taranto.

Entrambe sono state esplicitamente rifiutate da Bitetti in campagna elettorale. Il nuovo sindaco ha detto no al rigassificatore - proponendo in alternativa l'utilizzo del gasdotto TAP - e ha chiesto verifiche tecniche rigorose sull'AIA, senza accelerazioni.

Una chiusura che gli ha guadagnato il consenso di molti elettori Cinque Stelle, ma che ora rischia di creare una frizione immediata con la cornice nazionale e internazionale della trattativa sulle acciaierie. E il tutto prima ancora di insediarsi a Palazzo di Città.

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