Cronache

È partita la caccia al Floyd italiano per attaccare la polizia

Due video a Gallarate e Verona mettono nel mirino gli agenti della polizia e della locale. Le fasi concitate di due arresti finiscono nella bufera

È partita la caccia al Floyd italiano per attaccare la polizia

Manca ancora un caso Floyd italiano. E così, dopo aver raccontato per filo e per segno le proteste americane dei Black Lives Matter, sembra quasi che i media nostrani anelino disperatamente a trovare anche nel Belpaese il cattivo sbirro di turno.

Oggi due video piombano sul dibattito pubblico mostrando le fasi di arresto di due persone, uno a Gallarate e l’altro a Verona. “Gli hanno messo i piedi in testa”, “uno lo teneva al collo”, “così lo avrebbero ammazzato”. I racconti assumono il contorno della tragedia sfiorata. A Gallarate a finire sotto accusa sono alcuni agenti della polizia locale ripresi in un video registrato da una testimone. “Poverino non stava facendo niente, era lì appoggiato al muro. Che cosa brutta, guarda cosa gli stanno facendo”, si sente dire nel filmato. Il video dura quasi sette minuti e mostra le fasi concitate dell’arresto di un nordafricano che risale a martedì 7 luglio. Gli agenti stanno cercando di bloccare l’uomo che si oppone al fermo. “Era stato richiesto il nostro intervento per una persona sospetta che sembrava stesse per urinare contro un portone, siamo molto impegnati in questo tipo di interventi a tutela del decoro pubblico - ha detto il comandante della polizia locale, Antonio Lotito - Quando gli agenti sono arrivati hanno dovuto far fronte alle escandescenze dell’uomo, che era in stato di ebbrezza e aveva già dato problemi in passato, tanto che è stato necessario l’intervento di una seconda pattuglia per immobilizzarlo”. Nello stesso filmato, infatti, si sente lo straniero urlare in faccia a un agente: “Ti spacco la faccia, non mi trattare male”. L’uomo è stato denunciato per resistenza, lesioni e minaccia a pubblico ufficiale. I poliziotti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per le ferite, giudicate guaribili in 5-7 giorni. Ma i tre testimoni dell’accaduto, una delle quali è l’autrice del video, hanno depositato una denuncia contro gli agenti del comando di Gallarate.

Poco dopo, su Repubblica spunta un altro video. Stavolta siamo a Verona. Circa tre minuti di filmato in cui si vede un uomo (un 46enne veronese) bloccato a terra da tre agenti. “Un poliziotto gli tiene bloccati i piedi, l’altro la schiena, un altro il collo”, scrive Rep. Lui grida, bestemmia, dice “mi stai facendo male”, alcuni passanti lo invitano a respirare invece di urlare e qualcuno chiede ai poliziotti di fermarsi, altrimenti “lo ammazzate”. Secondo il testimone sentito dal quotidiano, l’uomo non avrebbe alzato le mani contro gli agenti. Che invece riportano un’altra versione: “Ha rifiutato di mostrare i documenti e ha iniziato a inveire contro di noi. La situazione si è scaldata a tal punto che l’uomo ci ha aggredito fisicamente, tentando addirittura, spalleggiato da altri due avventori, di sottrarci le manette di sicurezza”. Va detto che a chiamare le forze dell’ordine sono stati i titolari di un bar nella periferia veronese. Il cliente era ubriaco, continuava a pretendere alcolici. Cantava e gridava fuori dal locale. Quando è intervenuta la polizia, l’atmosfera si scaldata e per i testimoni le fasi del fermo sarebbero state eccessive. “Che bisogno c’era di tenerlo così, in tre, dal momento che era già pancia sulla strada ammanettato?”. A spiegarlo sarà il comunicato della polizia: il soggetto è stato fermato per resistenza e una volta nella volante “ha continuato a tenere atteggiamenti violenti, arrivando persino a danneggiare i vetri contro i quali sbatteva le manette”. Poi una volta in questura, ha continuato “a dare calci alla porta dell’ufficio nel quale era trattenuto”.

Non è facile gestire situazioni simili. Gli agenti lo sanno. Bisogna mantenere l’ordine pubblico, ma guai ad usare troppo la forza. Soprattutto in un Paese abituato a puntare il dito, appena possibile, contro gli agenti brutti e cattivi. Tutti possono sbagliare, anche i poliziotti. E qualora avessero violato le regole ne dovrebbero ovviamente risponderne. Ma è anche vero che ogni qual volta si trovano a dover immobilizzare una persona, magari in stato confusionale e aggressiva, devono guardarsi le spalle da chi è pronto a giudicare.

E da chi sembra alla ricerca di un caso Floyd nostrano con cui attaccare la polizia.

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