Coronavirus

Asintomatici nel mirino: tra loro i super diffusori?

La stima dell'esperto: "In Italia i positivi sono almeno un milione". Due su tre non sanno di esserlo. Gli asintomatici aumentano e l'Iss lancia l'allarme: "Bisogna porre attenzione"

Asintomatici nel mirino: tra loro i super diffusori?

Persone, nella gran parte ragazzi, che portano in giro il Coronavirus rischiando di contagiare chi viene a contatto a con loro: gli esperti continuano a cerchiare in rosso la questione relativa agli asintomatici, che in alcuni casi possono avere una carica virale davvero alta. Ecco perché c'è chi li chiama "super-spreaders", super diffusori. Seppur con zero o pochissimi sintomi, sono in grado di far circolare il Covid-19 e di trasmettere la positività in maniera inconsapevole. Due su tre non sanno di esserlo, e perciò la stima dell'epidemiologo Carlo La Vecchia dovrebbe far riflettere: "Al momento, i positivi è presumibile che siano almeno un milione in Italia, a fronte dei 351 mila accertati". Ma l'ordinario alla Statale di Milano sottolinea che non si tratta necessariamente di un dato negativo: "Vuol dire che comunque il virus sta circolando molto, ma con letalità più contenuta".

Gli studi sono ancora in corso. Intanto però va chiarita la differenza tra malattia e infezione: sono diversi i casi in cui un soggetto è infetto ma non malato. Tale distinzione solitamente è basata sulla carica virale perché più è alta e più è probabile che il soggetto sviluppi la malattia. Talvolta vi sono soggetti con pochi sintomi che hanno comunque una carica virale sostenuta. "Sono i super diffusori, che nella totale inconsapevolezza di avere il virus, lo diffondono", sostiene Vittorio Sambri. Tuttavia il microbiologo dell'università di Bologna e della Ausl Romagna punta il dito contro i comportamenti "poco prudenti di molte persone, di cui abbiamo pagato e paghiamo ancora lo scotto". Per quanto riguarda l'alta carica virale che potrebbero avere, Pierluigi Viale - direttore delle Malattie infettive del Sant'Orsola di Bologna - vuole andarci cauto: "Di norma la carica virale è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi, e quindi un paziente malato con sintomi è più infettante di un paziente asintomatico".

L'allarme dell'Iss

Su quella che pare essersi affermata come tra le maggiori incognite dell'andamento del Coronavirus in Italia si è espresso pure l'Istituto superiore di sanità, che nella persona del presidente Silvio Brusaferro ha lanciato un allarme: "Gli asintomatici e i paucisintomatici sono in aumento, bisogna porre attenzione". La domanda che in molti si fanno è diretta: quanti sono al momento gli asintomatici nel nostro Paese? Come riportato da La Repubblica, stando alle ultime stime sulle diagnosi - fatte tra il 20 luglio e il 20 ottobre - sarebbero il 56%. Ma questo dato tende ad alzarsi man mano che si abbassa l'età dei contagiati: più sono giovani e più hanno pochi sintomi, se non nessuno. "Il dato epidemiologico di riferimento è che il 20% delle persone infettate è responsabile dell’80% dei contagi: in questo 20% una buona parte è rappresentata da asintomatici", ha spiegato Guido Poli.

Comunque l'ordinario di Patologia generale all'università Vita Salute-San Raffaele di Milano invita a non focalizzarsi solamente sui super diffusori, ma di guardare con attenzione tutti quegli eventi di "super diffusione" che possono portare al contagio di molte persone in un'unica occasione: "Un esempio recente è quello che ha visto le numerose infezioni che sono state registrate alla Casa Bianca, Trump compreso, dopo la presentazione della nuova giudice della Corte suprema".

Senza dimenticare il parere del professor Giorgio Palù, secondo cui il dato veramente importante è quello sui pazienti in terapia intensiva: "Il 95% dei positivi non ha sintomi e quindi non si può definire malato".

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