Il leader degli U2 è Bono soltanto a farci la morale sugli sbarchi

Pistolotto dal palco

Il leader degli U2 è Bono soltanto a farci la morale sugli sbarchi

«I nichilisti sono sui troni» avvertiva Albert Camus. E sui palchi dei grandi concerti, bisogna aggiungere. Ma stavolta non voglio parlare degli abbastanza evidenti pericoli insiti nella musica pseudo-satanica in stile Marilyn Manson bensì delle più oscure menzogne presenti nella musica pseudo-angelica oggi incarnata dagli U2, la band irlandese capeggiata dal cantante Bono Vox che ha il manicheismo già nel nome. Lui si atteggia a portavoce dei buoni, ovvio, e lo ha ribadito l'altra sera allo stadio Olimpico di Roma inneggiando agli sbarchi dall'Africa: «Grazie Guardia costiera, avete salvato migliaia di vite». Aggiungendo fra le note di Miss Sarajevo, opportunamente o forse opportunisticamente rititolata Miss Syria: «Siete il meglio dell'Europa». In pratica Paul David Hewson (suo vero nome) ha detto che gli italiani sono i più fessi del continente e gli italiani al concerto hanno pure applaudito. Lui invece è un furbissimo, come dimostra lo spostamento della residenza nelle Antille olandesi, paradiso turistico e soprattutto fiscale. Altro che Mediterraneo: Caraibi. Altro che centri di accoglienza: palme e piscine. Del resto per mantenere il jet privato qualche prezzo in termini di coerenza si può pure pagare. Tanto i fan a questi dettagli non badano perché altrimenti non sarebbero fan, fanatici, bensì ascoltatori capaci di giudicare liberamente come cerco di fare io che ascolto gli U2 dagli esordi e decido di volta in volta se il disco, il pezzo, è bello oppure no. All'inizio venni attirato dai rimandi biblici (in Gloria c'erano addirittura versi in latino tratti dai Salmi) e dall'aria da bravi ragazzi cattolici, poi dal suono sempre più curato e dalla fantastica chitarra di The Edge. Purtroppo la band, come spesso fisiologicamente accade, cominciò a ripetersi, e guarda caso fu proprio a quel punto che Bono trasformò ogni concerto in predica, ogni intervista in pistolotto. La musica diventò sottofondo, la fama venne usata per amplificare l'ideologia corrente ovvero il nichilismo secondo cui una cosa vale l'altra e allora bisogna spazzar via le patrie, le nazioni, le tradizioni, le culture, le lingue, le religioni salvo la religione del rock e dei suoi divi logorroici che non si accontentano delle nostre orecchie ma vogliono le nostre menti. Da tempo Bono tratta il suo pubblico come carne da dichiarazione, approfittando della musica per fare politica: cattiva politica, per giunta. Perché è proprio la mancata difesa dei confini a causare gli annegamenti: gli africani sono meno scemi di noi, se gli sbarchi fossero impediti, o se gli sbarcati venissero immediatamente rimpatriati, nessuno più si imbarcherebbe e dunque nessuno più morirebbe in acqua. I buoni sentimenti uccidono e questo mi sembra un ragionamento molto semplice ma evidentemente sbaglio, sopra i settanta decibel il cervello si inceppa.

Ascolteranno musica barocca a basso volume i giornalisti del Guardian (quotidiano di sinistra, fra l'altro) che recentemente si sono dichiarati stufi del rocker-predicatore e delle sue tirate moralistiche, facendo notare le ipocrisie, le incongruenze del suo lussuoso stile di vita e delle sue ciniche speculazioni finanziarie. Insomma, da quelle parti lo hanno sgamato e non gli danno più retta. Mentre gli italiani continuano a credere a tutto: che gli africani sui barconi siano profughi e che i cantanti sui palchi siano profeti.

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