Cronache

Il prete no global sfida Salvini: "Il presepe lo faccio fra i rifiuti"

La provocazione di don Armando Zappolini, parroco no global di Perignano: il presepe viene allestito all’interno di un cassonetto della spazzatura: “Dobbiamo avere il coraggio di fare il presepe dove Gesù ci aspetta, fra quegli scarti dell’umanità che da duemila anni sono la sua gente”

Il prete no global sfida Salvini: "Il presepe lo faccio fra i rifiuti"

Arriva dalla provincia di Pisa la denuncia di un altro presepe utilizzato come mera arma di protesta. Ancora una volta, la scelta di vituperare quella che dovrebbe essere una delle massime espressioni della cristianità è arrivata da un uomo di chiesa. Si tratta di don Armando Zappolini, parroco di Perignano, no global e fortemente schierato dalla parte dell’accoglienza. Il religioso è anche presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca).

Il presepe proposto dalla sua parrocchia ha suscitato un vespaio di polemiche. La capannuccia nella quale trovano riparo Gesù, la Madonna e Giuseppe altro non è che un bidone nero ed è quasi impossibile distinguervi la Sacra Famiglia. Per dare uno sguardo alla Natività, bisogna letteralmente affacciarsi nel cassonetto. Del resto lì vicino c’è un cartello inequivocabile che recita: “Volete trovare Gesù? Cercatelo nella spazzatura”. È andata meglio al bue e all’asinello. Una stampa che li riproduce è stata inserita in mezzo a degli stracci che sono comunque meglio della pattumiera. Il tutto è stato sistemato proprio vicino all’altare.

Un’autentica provocazione che don Zappolini non ha alcuna remora di nascondere. “Dobbiamo avere il coraggio di fare il presepe dove Gesù ci aspetta, fra quegli scarti dell’umanità che da duemila anni sono la sua gente”. Questa la spiegazione data dal parroco, come riportato da “La Nazione”. E poi l’attacco neppure tanto velato a Matteo Salvini: “A chi sale sulle ruspe e poi ci chiede di fare il presepe nelle scuole o di mettere i crocifissi nelle aule noi rispondiamo che il nostro presepe ce lo stanno distruggendo e calpestando proprio loro. Se hanno mandato via tutti, nel loro presepe restano solo le bestie.

Dopo aver lanciato l’allarme “dilaga il razzismo, Zappolini attacca con il suo sermone pro accoglienza. “Lo sappiamo benissimo che è ardua è la strada dell’ incrocio tra culture. Ma a noi che ci facciamo guidare dal Vangelo non deve sfuggirci che una persona integrata è una risorsa. Del resto, come il prelato tiene a segnalare “un detenuto, lo ricordo, costa 200 euro al giorno e il rischio di recidiva sfiora il 70 per cento. Un soggetto in una cooperativa di recupero costa sui 60euro al giorno, e il rischio di recidiva arriva al massimo al 20 per cento”.

Il messaggio di sfida di don Armando Zappolini si chiude dunque con un’amara riflessione sulla società odierna. “Spostare la spazzatura non significa risolvere il problema, è come quando abbiamo un sacco di sporcizia e lo si passa da una stanza all’altra: non si distrugge, il nodo resta senza soluzione. Parole e gesti di una cattiveria inaudita alimentano odio e contaminano perfino chi frequenta la chiesa.

Forse siamo troppi”.

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