Preti sposati, così la Chiesa cerca di nascondere la crisi

La Chiesa cattolica chiamata a decidere sui preti sposati. Si allarga il fronte dei contrari e degli scettici. Si aggiunge pure il cardinal Ouellet

Preti sposati, così la Chiesa cerca di nascondere la crisi

Andare verso un modello protestante di Chiesa pur di celare una crisi numerica che non sembra conoscere risoluzione: in Vaticano ci pensano. Almeno in relazione all'approvazione dei cosiddetti "viri probati", cioè laici di chiara fede chiamati ad amministrare i sacramenti per via della mancanza di sacerdoti. In Amazzonia, che è il luogo di cui il prossimo Sinodo è chiamato ad occuparsi, ma pure in Germania, dove l'episcopato sta accelerando sul tema mediante una sorta di concilio interno. Il cardinale Robert Sarah pensa che sia un momento decisivo per la storia ecclesiastica. Difficile dargli torto: l'estensione del celibato ai laici comporta una rivoluzione niente male. Ma il porporato africano, che non è sulla linea dei progressisti, non è l'unico a temere uno scombussolamento dell'ordine.

Le posizioni dei cardinali Mueller, Burke, Brandmueller e Sarah fanno notizia, ma in maniera parziale: sono pur sempre dei conservatori. Il cardinale canadese Marc Ouellet, invece, non è tra coloro che in questi anni si sono distinti per una visione oltranzista del da farsi. Non ha mai criticato papa Francesco. Non ha firmato i dubia su Amoris Laetitia. Non può essere ascritto al "fronte conservatore". Viene considerato un ratzingeriano e, stando al poco che abbiamo appreso da racconti giornalistici, è stato uno di quei porporati tenuti in considerazione per il papato nella fasi iniziali dello scorso Conclave. Quello che ha eletto Jorge Mario Bergoglio. Eppure, nella sua ultima fatica libraria, che è intitolata "Amici dello Sposo", Ouellet, che è anche il prefetto della Congregazione dei vescovi, si è schierato dalla parte di chi non è convinto della bontà di una riforma allargata del celibato. Alcuni media si stanno soffermando molto sul fatto che Ouellet si sia detto "scettico" sui "viri probati". Scrive per esempio Ouellet all'interno della sua opera: "Se il celibato non è più un valore decisivo per l'esercizio del ministero sacerdotale, la vita stessa ne vien fuori svalorizzata e relegata in secondo piano a vantaggio della funzione ministeriale". E ancora: "...cosa rimane di vita consacrata nel celibato nelle comunità di tradizione protestante?". L'appassionata elegia del sacerdozio fatta da Ouellet, insomma, è un indice di come i dubbi sui preti sposati siano trasversali rispetto agli schieramenti vaticani.

Il punto dottrinale è molto dibattuto. Se la Chiesa tedesca o il Sinodo panamazzonico dovessero procedere in tal senso, molti altri cardinali potrebbero far sentire la loro voce. Anche quelli che in questi anni non hanno fatto parte della cosiddetta "opposizione". Del "diaconato femminile", peraltro, si tende a non dibattere. Ma quello è un altro focus attorno al quale potrebbero emergere forti perplessità.

C'è chi ritiene che la crisi strutturale delle vocazioni possa essere risolta mediante una marcia indietro, un ritorno a una forma di Chiesa a trazione spirituale, mentre il "fronte progressista", com'è noto, pensa che sia il caso di abbandonare il celibato ecclesiastico. È una questione antica, ma sembra stia per arrivare il momento di decidere.

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