Profeti di false promesse

Sulla spending review, cioè sulla riduzione delle spese pubbliche ingiustificate il governo Renzi ha il braccino corto. Sino ad ora di tagli non se ne sono visti, salvo quello sulle pensioni "d'oro", che sarebbero quelle sopra i 5mila euro mensili lordi

Profeti di false promesse

Sulla spending review, cioè sulla riduzione delle spese pubbliche ingiustificate il governo Renzi ha il braccino corto. Sino ad ora di tagli non se ne sono visti, salvo quello sulle pensioni «d'oro», che sarebbero quelle sopra i 5mila euro mensili lordi. La Corte costituzionale con una recente sentenza ha legittimato il prelievo su di esse sostenendo che esso non è un tributo, in quanto va alle casse dell'Inps e non al bilancio. Quindi il fatto che riguardi solo una particolare categoria di soggetti con tale introito non contraddice il principio della parità di trattamento tributario a parità di reddito ovvero capacità contributiva, stabilito dall'articolo 53 della Costituzione.

Il braccino corto del governo, che si è limitato a perseguire i diritti di pensionati definiti d'oro, perché percipienti più di 5mila euro mensili lordi beneficia del placet della Suprema corte alla sua unghiata ad una categoria che non si può difendere. Ma se questa è giustizia, che cosa può dire ora il governo italiano a proposito degli stipendi della Rai superiori a 200mila euro annui, cioè 15.385 euro mensili, che vengono riscossi grazie al canone Rai, trasformato in tributo prelevato tramite la bolletta dell'energia elettrica? Il tributo che noi versiamo al bilancio Rai con una procedura di riscossione automatica, inderogabile, viene destinato a retribuzioni di importo ben oltre quello di cui sopra. Si tratta di 600mila euro, per il direttore generale Campo Dall'Orto che, in tal modo, ha uno stipendio mensile di oltre 46mila euro. È il doppio di quello del presidente della Corte di cassazione e supera di parecchio anche quello del presidente della Corte costituzionale.

Il presidente di Rai pubblicità Antonio Marano a sua volta percepisce 380mila euro, vale a dire 29.230 euro al mese. La sua attività di sovrintendenza della pubblicità dell'ente televisivo di Stato ha un valore notevolmente superiore a quello di chi redige le sentenze della Cassazione. Essa supera di 5 volte la retribuzione di un professore ordinario a pieno tempo dell'Università. Eleonora Andreatta direttrice di Rai fiction percepisce 20.770 euro mensili, oltre tre volte un professore ordinario full time, che per arrivare a quella posizione ha fatto tre concorsi: di ricercatore, di associato e di ordinario. Il direttore di Rai comunicazione, Giovanni Parapini prende 19.230 euro, mentre Gabriele Romagnoli, che dirige Rai sport percepisce 17.690 euro mensili, quasi tre volte il professore ordinario. Non conosciamo ancora le altre retribuzioni Rai di livello superiore ai 5mila euro mensili: che meritano, secondo la vulgata corrente, la qualifica di compenso aureo. Ciò che comunque possiamo capire è che le mansioni nella dirigenza Rai sono ben ramificate. La struttura è ampia e complessa. Una volta circolava una barzelletta su due leoni, che scappati dalla gabbia, vagavano per Roma in cerca di cibo. Uno spelacchiato, chiese all'altro, che era grasso e pasciuto, come riuscisse a farcela.

E questi rispose: mi sono sistemato in viale Mazzini, nella sede Rai, mangio un dirigente ogni settimana e nessuno se ne accorge. Ora che il canone è un tributo nascosto nella bolletta elettrica gradiremmo conoscere la distinta di questi e altri costi Rai, almeno per fare una spending review mentale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica