«Promuoviamo l'innovazione e difendiamo l'eccellenza»

Incontro con Maalo, vicepresidente di Assoimprese: «Queste realtà sono la spina dorsale del nostro Paese»

«Promuoviamo l'innovazione e difendiamo l'eccellenza»

C'è una grande eccellenza tra le migliaia nelle quali il nostro Paese è famoso nel mondo. Il modello vincente delle piccole e medie imprese italiane, che coinvolge milioni di aziende, da Nord a Sud, e dà da lavorare a decine di milioni di italiani. Un sistema capillare diffuso in ogni regione e angolo della Penisola, studiato e seguito dalle migliori università e scuole di economia del mondo e ammirato e apprezzato nel più sperduto territorio del pianeta.

Una potenza universalmente riconosciuta e soprattutto invidiata per la sua creatività e innovazione, che confluisce nel made in Italy e contribuisce a quell'immagine d'eccellenza per la quale l'Italia è famosa in ogni angolo della Terra, ma, fatto non secondario, perché in grado di sorreggere e mantenere alto il Pil italiano. In Italia le Pmi, cioè le aziende con meno di 250 dipendenti, sono il 99,8% del totale. Quindi - dato peculiare - solo lo 0,2% sono grandi industrie. Di questo 99,8%, ben il 98,7% hanno meno di 50 dipendenti; il 95% hanno meno di 10 dipendenti. Non solo.

Le Pmi producono, di fatto, il 58% del fatturato dell'industria italiana. Inoltre, secondo l'ultima indagine del Censis, le aziende con più di 20 addetti - che rappresentano solo il 4% del totale delle Pmi - producono da sole i due terzi del Pil di tutte le Pmi, ovvero il 37% del valore aggiunto nazionale. E questo contro il 26% delle grandi imprese (con oltre 250 addetti) che rappresentano il restante 42% del fatturato dell'industria italiana. E ancora. Il 92% degli esportatori del nostro Paese è costituito da piccole e medie imprese. Numeri non da poco.

«Mettere in difficoltà questo sistema, frenarlo con leggi e burocrazie incongruenti - spiega Gualtiero Maalo, vicepresidente di Assoimprese, una tra le maggiori aggregazioni delle Pmi italiane con il quale riflettiamo sulla situazione delle Pmi nel nostro Paese - fiaccarne la dinamicità e impoverirlo, spingendolo, spesso, a uscire dai confini del Paese, equivale a mettere in pericolo la sicurezza nazionale, gli interessi vitali dell'Italia, disobbedire ai mandati costituzionali, compiere un atto di aggressione lesivo per il futuro della nazione e, quindi, di tutti gli italiani. La crisi è grave ed epocale e anche le analisi e le considerazioni lo devono essere».

Tra le maggiori iniziative di Assoimprese, ci sono oggi, la sospensione dei debiti delle Pmi, l'abolizione degli studi di settore, il federalismo fiscale, gli incentivi fiscali alle imprese virtuose, l'abolizione dei tempi medi di pagamento, gli aiuti alle realtà che investono in energia pulita, l'istituzione dello sportello «ProntoSoccorsoImpresa» e la «Carta dei Diritti Digitali».

«La nostra forza è nel mantenere l'eccellenza difendendo la nostra identità - aggiunge Maalo -: siamo una dimensione del fare autoalimentata da secoli di cultura e da millenni di civiltà. Nonostante la crisi continuiamo a mietere numeri e risultati e a dare al Paese benessere e capacità produttiva. Promuoviamo, sostanzialmente, l'innovazione tecnologica e l'introduzione delle nuove metodologie nel sistema produttivo, necessitá ormai vitale in questa fase della vita economica. Occorre sconfiggere la logica del sospetto, facilitare questo tessuto vivo con misure appropriate, irrorandolo ulteriormente di vitalità. Penso a un grande collegamento tra le Università e le Pmi, come navi scuola per migliaia di futuri imprenditori e manager capaci e innovativi. Non possiamo non considerare le Pmi come una risorsa inesauribile anche per le grandi industrie, dove attingere valore umano e produttivo.

Assoimprese è per una politica del dialogo, del coinvolgimento e della condivisione di esperienze. Ci rivolgiamo a oltre 400mila imprese e rappresentiamo una realtà importante del tessuto produttivo italiano che va ascoltata perché strategica per gli interessi dell'Italia».

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