Cronache

Il "ragazzo dai pantaloni rosa" non si uccise per omofobia: chiesta l'archiviazione

La Procura di Roma chiede l'archiviazione per la preside e tre insegnanti, accusati di omessa sorveglianza. Il suicidio del giovane forse per una delusione d'amore (per una ragazza)

Il "ragazzo dai pantaloni rosa" non si uccise per omofobia: chiesta l'archiviazione

Ricordate il "ragazzo dai pantaloni rosa", il quindicenne romano suicida - si disse - per essere stato vessato per la propria omossessualità? Si parlò di una persecuzione nata a scuola e proseguita sui social network, sintomo di una società violenta e intollerante verso gli omossessuali. Bene, ora la procura di Roma afferma che non si trattava affatto né di omofobia né di bullismo, e che probabilmente il ragazzo non era nemmeno omosessuale: ed ha chiesto l'archiviazione del procedimento. Il procuratore aggiunto Filippo Laviani, che coordina le indagini, ha chiarito che il ragazzino non ha mai subito persecuzioni a carattere omofobico, e ha sollecitato l'archiviazione anche per tre docenti e per la preside dell'istituto frequentato dal ragazzo. I quattro, che erano indagati per omessa sorveglianza, non avrebbero potuto commettere il reato in quanto non erano in possesso di alcun elemento che potesse lasciar presupporre l'esistenza di alcun tipo di minacce.

Il suicidio sarebbe dovuto forse a una delusione d'amore per una ragazza. Una motivazione opposta a quelle ventilate nei mesi successivi alla tragedia, per cui si erano ipotizzate spiegazioni con in comune un solo denominatore: l'omofobia. Gay Center aveva parlato di stalking a sfondo omofobo, e durante la fiaccolata commemorativa organizzata nella capitale erano stati esposti striscioni contro l'omotransfobia. La madre del ragazzo aveva accusato i docenti, sostenendo che avessero taciuto delle offese rivolte al figlio.

Tuttavia anche oggi Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, non rinuncia a commentare negativamente le indiscrezioni che giungono dalla Procura: "Ci sorprende la richiesta di archiviazione della Procura sul suicidio di Andrea, tristemente noto come il ragazzo dai pantaloni rosa. Ci sorprende ancora di più la certezza che viene dalla Procura che Andrea non sia stato vittima di azioni di bullismo o di omofobia. Su questo, tra l'altro, c'è un procedimento in corso a quanto ci risulta davanti al Tribunale dei minori che dovrà esprimersi.

La richiesta di archiviazione della Procura è la dimostrazione che di fronte a casi di discriminazioni omofobe cala un muro di silenzio, che nessuno osa denunciarle e assumersene le responsabilità."

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