Cronache

Fingeva di sparare sui passanti, espulso clandestino radicalizzato

Il marocchino viveva da anni in Italia, ma invece di integrarsi mostrava nei confronti della società occidentale soltanto rancore e odio. Insulti, calci e pugni contro chi incontrava in strada, fino al gesto mimato di sparare con una pistola: si stava radicalizzando

Fingeva di sparare sui passanti, espulso clandestino radicalizzato

È stato rimpatriato lo scorso lunedì uno straniero di nazionalità marocchina, da anni nella città di Ravenna, considerato dagli inquirenti come un soggetto ad alto rischio.

Si tratta di un 42enne che, nonostante da tempo risiedesse in Italia, non era mai riuscito ad integrarsi con la nostra società e la nostra cultura, oppure semplicemente non aveva mai avuto intenzione di farlo. Non solo. Negli ultimi tempi si era reso protagonista di palesi manifestazioni di intolleranza e di odio nei confronti dell’occidente e dei suoi abitanti.

Stando a quanto emerso dalle indagini della Digos durante un’operazione di contrasto all’integralismo islamico, l’africano aveva intrapreso un vero e proprio percorso di radicalizzazione. Era, in sostanza, un pericolo più che concreto per i cittadini.

Numerose le prove a confermarlo. Il marocchino aveva già dei precedenti giudiziari per detenzione abusiva di coltelli. Oltre a ciò, in più di un’occasione aveva creato scompiglio per le strade, facendo bersaglio di calci e pugni, nonché di insulti e minacce, chiunque si trovavasse a passargli di fronte. Il 42enne, tra l’altro, è stato più volte immortalato nell’atto di compiere gesti offensivi rivolti alle videocamere di sorveglianza, ed in quello di mimare il gesto di sparare con una pistola verso i passanti.

Tali ragioni hanno convinto la questura di Ravenna a procedere nei confronti del soggetto con il decreto di espulsione. Durante gli accertamenti, fra l’altro, è anche emerso che l’africano viveva da tempo sul nostro territorio in stato di clandestinità. Il suo permesso di soggiorno, infatti, era scaduto.

Venerdì 5 ottobre gli agenti della polizia di Stato hanno provveduto a fermare il 42enne per poi scortarlo al Cie di Torino, dove è rimasto fino all’inzio di questa settimana, quando ha fatto ritorno al suo paese.

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