Rebibbia, dopo l'evasione la protesta della polizia: "Pochi agenti di guardia"

L'ex prefetto Serra: "Non mi meraviglia affatto. Anzi, mi meraviglia che non ne siano scappati più di due"

Rebibbia, dopo l'evasione la protesta della polizia: "Pochi agenti di guardia"

"Non mi meraviglia affatto. Anzi, mi meraviglia che non ne siano scappati più di due. Dico sempre che in questo Paese è necessaria una riforma della giustizia, che preveda una certezza della pena:in tanti ne parlano, ma nessuno la mette in pratica. Serve anche un numeromaggiore di agenti di custodia. Sembra che la sicurezza oggi interessi meno,mentre qualche anno fa era al primo posto. Tutti ne parlano, ma poi inconcreto mi sembra che si faccia molto meno". Lo dichiara Achille Serra, ex Prefetto di Roma, intervenuto questa mattina aimicrofoni di Radio Roma Capitale, nel corso della trasmissione di Paolo Cento ’Ma che parlate a fa!?’, per commentare l’evasione di due detenuti dalcarcere di Rebibbia avvenuta ieri. Sulla possibilità di un attaccoterroristico Serra ha invece affermato: "Al di là degli annunci del ministro Alfano, un attacco terroristico difficilmente può essere prevenuto. Al tempo in cui ero prefetto di Roma contammo migliaia di siti sensibili. Prevenire unattentato però è impossibile, salvo fortuna oppure l’intuito di un agente. Quello che occorre è l’attività incessante dei servizi diintelligence. È indispensabile un coordinamento tra i vari servizi diintelligence d’Europa e del mondo. Ma questa è solo fantasia, perché nessuno Stato vuole cedere nemmeno una minima parte di sovranità", afferma Serra.

Intanto i sindacati di polizia prendono posizione sulla vicenda: "Un eccesso di allarme per l’evasione di due detenuti non deve creare paura nella collettività, i nostri istituti sono sicuri", afferma Santi Consolo capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sull’evasione di due detenuti dal carcere di Rebibbia. "Sono consapevole - ha aggiunto - che c’è necessità di risorse e di personale e vanno potenziati sistemi di allarme moderni per evitare le evasioni". Non è dello stesso parere il Sappe: ''L'amministrazione penitenziaria si ostina a tranquillizzare l'opinione pubblica sull'allarme sovraffollamento delle carceri del nostro Paese, ma in realtà smentisce se stessa" Lo scrive in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe. "I dati sulle presenze in carcere ci dicono infatti -scrive Capece- che al 31 gennaio scorso erano fisicamente in uno dei 195 penitenziari italiani ben 52.475 detenuti, comunque 3mila in più alla capienza
regolamentare fissata proprio dal Dap in 49.480 posti, conteggiando tra questi anche sezioni detentive chiuse e in ristrutturazione. E i detenuti presenti fisicamente in carcere a fine gennaio 2016 sono comunque di più di quanti ve ne erano alla fine dello scorso luglio 2015, e cioè 52.144. Come si fa dunque a sostenere che il sovraffollamento ''non sussiste'', come dice il Dap?'. Intanto prosegue la caccia all'uomo. Nessuno dei due ha una condanna all'ergastolo.

Il primo è stato condannato, in via non definitiva, per omicidio. Il secondo ha una condanna definitiva per rapina, legata in particolare a rapine in villa, con fine pena nel 2021. Ai due era stato permesso di lavorare in magazzino.

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