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Renzi 'confessa' ai suoi: "Non avevo altra scelta"

Italia viva salva il ministro Bonafede. Renzi, che aveva minacciato la sfiducia, spiega ai suoi la scelta di fare retromarcia: "Il nostro sarà un atto politico, dobbiamo imboccare il bivio della responsabilità"

Renzi 'confessa' ai suoi: "Non avevo altra scelta"

"Non possiamo sfiduciare Bonafede". Così, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parlava ai suoi senatori durante la riunione di gruppo, prima dell'inizio dei lavori a palazzo Madama, durante i quali il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è stato "graziato". Il Senato, infatti, ha respinto la sfiducia e, stando ai dati, sembra che i voti di Iv siano stati decisivi.

Renzi sostiene, di fronte alla delusione dei suoi, di non aver avuto altra scelta al voto: "Il nostro sarà un atto politico, dobbiamo imboccare il bivio della responsabilità". E spiega: "Quando Conte ha detto che si sarebbe dimesso senza Bonafede, ci siamo trovati davanti a un bivio e abbiamo fatto prevalere la responsabilità". Ma non tutti i membri di Italia Viva sono convinti della decisione, soprattutto chi sperava che il leader del partito andasse fino in fondo. Invece, ha inserito un'altra retromarcia. Infatti, era stato proprio il senatore a invocare l'arma della sfiducia contro il Guardasigilli, lo scorso febbraio, poco prima che in Italia scoppiasse l'emergenza coronavirus. Ora, "sono cambiate le priorità". Ed è arrivato il "no" alla sottoscrizione del documento della Bonino, "anche se ci hanno offerto su un piatto d'argento la possibilità di dire sì".

Tra i membri di Italia Viva si respira un po' di malumore e di sorpresa per la scenta del leader. "Presidente Renzi- scrive su Twitter il deputato Michele Anzaldi-sei stato bravo e rispettoso delle istituzioni. Non sono d'accordo, ma mi adeguo. E soprattutto non se lo meritano".

Ma sulla bilancia, Italia viva pone anche le aperture fatte dal ministro della Giustizia nelle ultime settimane: cancellazione dell'Irap, regolarizzazione dei lavoratori irregolari e il sì di Bonafede ad una commissione tecnica per studiare le conseguenze della riforma della prescrizione.

Così, ora, Renzi ha deposto l'arma della mozione di sfiducia. E su di lui piovono i commenti taglienti dei ministri pentastellati, che sostengono sia "arrivato un altro penultimatum", e quelli dei suoi ex fedelissimi rimasti nel Pd: "Ormai non è più credibile". Ma per il senatore di Iv si levano anche parole di difesa, come riferisce il Messaggero: "Ha un tratto umano che tanti altri politici non hanno".

E a chi lo accusa non aver votato la sfiducia per "attaccamento alla poltrona" risponde, parlando a Repubblica: "Le poltrone possono tenersele, a me interessa la politica, io voglio sbloccare i cantieri, una politica industriale, un'iniezione di fiducia che consenta al Paese di ripartire".

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