Renzi salva Bonafede (e Conte): il Senato respinge la sfiducia

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, finito nell'occhio del ciclone dopo la scarcerazione di alcuni boss mafiosi e le successive accuse del pm Nino Di Matteo sulla scelta del capo del Dap, oggi rischia di perdere la poltrona

Renzi salva Bonafede (e Conte): il Senato respinge la sfiducia

Gaffes, errori e polemiche. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, finito nell'occhio del ciclone dopo la scarcerazione di alcuni boss mafiosi e le successive accuse del pm Nino Di Matteo sulla scelta del capo del Dap, oggi si gioca la poltrona.

Contro Bonafede sono state presentate due mozioni di sfiducia. La prima è quella che vede il centrodestra unito, mentre l'altra è stata voluta da +Europa e potrebbe trovare l'appoggio dei renziani. Il Pd e il M5S ha avvisato Italia Viva che, se votasse la sfiducia al Guardasigilli insieme alle opposizioni, si aprirebbe una crisi di governo perché Bonafede, oltre che ministro, è anche il capodelegazione dei grillini nel governo. Ieri si è tenuto un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e la capogruppo di Italia viva alla Camera, Maria Elena Boschi, per trovare la "quadra", ma l'esito è tutt'altro che scontato. La ministra delle Politiche agricole,Teresa Bellanova, ospite della trasmissione Circo Massimo su Radio Capital, ha chiarito:"Ascolteremo il ministro della giustizia. Il ministro sa bene, che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato". Intanto Matteo Salvini ha annunciato che la Lega voterà anche la mozione garantista presentata da Emma Bonino "perchè ci sia un ministro che si occupi davvero di giustizia, di carceri sicure, di processi più rapidi e di certezza della pena".

La presentazione delle mozioni

Il senatore leghista Pasquale Pepe, illustrando la mozione di sfiducia del centrodestra, ha accusato Bonafede di inadeguatezza e di "scarsa conoscenza della macchina ministeriale". "Lei ha scritto la pagina più buia della realtà carceraria italiana", ha aggiunto rivolgendosi al ministro, reo di aver nominato a capo del Dap Francesco Basentini, una personalità "che non ha competenze nè carcerarie, nè di antimafia". "Lei deve assumersi la responsabilità di questa nomina", ha concluso il senatore del Carroccio.

Emma Bonino, invece, ha esordito: "Chiediamo le sue dimissioni, ministro, non perchè è sospettato ma perchè non vogliamo un ministro della Giustizia che sia rappresentante della cultura del sospetto". La leader radicale considera Bonafede "il sintomo e non il rimedio" della malattia della giustizia. "Se rimarrà a via Arenula contribuirà a farla diventare cronica diffondendo la paura della giustizia", ha aggiunto la Bonino secondo cui la caduta del governo Conte-bis e la sfiducia al ministro sono temi che devono essere separati. "Sono convinta che se la continuità del governo dovesse significare la continuità della politica della giustizia che il ministro Bonafede ha praticato, invito tutti a considerare che l'Italia non ne avrebbe nessun giovamento, neanche nei dati della ripresa che vogliamo affrontare", ha concluso la senatrice.

Il dibattito in Aula

Gli ex grillini Gianluigi Paragone e Mario Giarrusso hanno annunciato il loro voto contrario. "Sono con Di Matteo senza se e senza ma, ancora oggi non è chiaro perché Basentini fu scelto al Dap, e Di Matteo non c'è andato", ha dichiarato il primo, mentre il secondo spiega: "Certamente lei è una persona perbene e nessuno lo può negare. Ma siamo qui per esaminare tutto il suo operato da ministro. Lei ha tradito 11 milioni di cittadini che ci avevano mandato in Parlamento per combattere la mafia". Un segnale che, secondo Giarrusso, porta il nome del "simbolo" di Nino Di Matteo, il pm "sbandierato in campagna elettorale come destinatario di importanti incarichi". Il ministero di Via Arenula, invece "è stato consegnato a una banda di amici di Palamara". "Le persone perbene si dimettono di fonte a questi disastri", ha concluso Giarrusso.

Il socialista Riccardo Nencini sosterrà la mozione di +Europa:"Mancata calendarizzazione della riforma del processo penale dopo i solenni impegni presi, cancellazione della prescrizione, gestione del Dipartimento delle politiche penitenziarie, riforma annunciata e poi disattesa del Csm hanno creato le condizioni perché i pilastri della civiltà giuridica venissero erosi e la tutela dei diritti dei cittadini venisse lesa".

Pier Ferdinando Casini, invece, pur con molte perplessità, voterà la fiducia a Bonafede e ha fatto presente che “ci sono grandi contraddizioni tra le opposizioni. Perché le due mozioni hanno contenuti opposti. Eppure le opposizioni uniranno le forze per votarle entrambe”. E ancora: "Molti di noi - ha spiegato - hanno grandi perplessità sulla gestione del ministero della Giustizia, e io sono uno di questi. Ma lei ministro, se vuole corrispondere seriamente al giuramento prestato nelle mani del capo dello Stato, deve evitare nel suo intervento di replica l'impostazione giustizialista che ancora oggi il M5s continua a sostenere".

La difesa di Bonafede

Il ministro ha esordito presentandosi come "in tutto e per tutto, uomo delle istituzioni" e ha definito il dibattito delle ultime tre settimane come "gravemente viziato da allusioni e illazioni". Bonafede ha, poi, ricordato di essersi confrontato col Parlamento attraverso vari strumenti:"al Senato, con quattro interrogazioni a risposta immediata, e alla Camera, con due interrogazioni a risposta immediata, un'audizione in commissione giustizia e un'informativa urgente in aula". Parlando della nomina di Basentini al posto del pm Di Matteo ha subito sgombrato la discussione da ogni fraintendimento: "Tutti i fatti sono chiari e lo sono sempre stati: ci furono condizionamenti? Ancora una volta: No!", ha chiarito. "La mafia non va a guardare gli organigrammi, avrebbe visto Di Matteo lavorare al fianco del ministro della Giustizia", ha aggiunto. E su questo tema il ministro rivendica di aver combattuto il malaffare attraverso le leggi da lui promosse.

Sul tema dei contagi nelle carceri replica in modo sprezzante alle opposizioni "In tutto il mondo è un fatto in Italia lo avrebbe inventato il governo con il Cura Italia", mentre il premier Giuseppe Conte si siede accanto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio per ascoltare il suo intervento. E aggiunge: "Alla data del 19 maggio 2020 risultano accertati 102 casi di persone recluse positive, di cui solo una ricoverata in struttura esterna. Abbiamo avuto un massimo di 162 detenuti positivi. Per quanto riguarda il personale in servizio sono 164 i positivi. I numeri parlano da soli e dicono che il piano di prevenzione non solo c'era ma anche ha funzionato". Secondo Bonafede"è totalmente falsa l'immagine del governo che avrebbe spalancato le porte ai detenuti" anche perché "igiudici hanno applicato leggi vigenti negli ultimi 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato".

Renzi 'salva' Bonafede

Matteo Renzi, parlando in Aula, ha annunciato un sofferto voto contrario alla sfiducia: "La vendetta, ora, sarebbe servita su un piatto d'argento, ma non si fa politica applicando la legge del taglione e noi rifiutiamo la sua cultura del sospetto", ha esordito e, rivolgendosi a Bonafede, ha aggiunto: "Spero, ministro, che questa vicenda possa far riflettere lei e i Cinquestelle". E ancora: "Se votassimo con il metodo usato da lei nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri del governo lei oggi dovrebbe andare a casa: Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti. Ma noi non siamo come voi". Il leader di Italia Viva, poi, ha affondato il dito nella piaga e ha aggiunto: "Non ho dubbi, lei è tutto e tranne che avvicinabile dalla mafia, ma spero che questa vicenda possa far riflettere: essere additati ingiustamente, andare sui giornali, costringere la propria famiglia a subire l'onta fa male, la notte passi a pensare che è colpa tua". Renzi ha incalzato Bonafede anche sulle scarcerazione dei boss, una vicenda in cui "c'è stata molta superficialità da parte del Dap e c'è ancora molto da fare sulla prescrizione, e sul processo penale e civile". La conclusione del ragionamento dell'ex premier suona come un avvertimento al Guardasigilli grillino: "Faccia il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco".

Carlo Calenda ha espresso su Twitter tutta la sua delusione per tale scelta."La montagna ha partorito una Presidenza di Commissione. Come al solito. Più retorico di Conte, meno coerente di Mastella. Come un ottimo Presidente del Consiglio si possa ridurre a questo non lo capirò mai. Che peccato", ha scritto il leader di Azione.

Le reazioni del centrodestra

Annamaria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, con una nota ha parlato di "spettacolo deprimente" di fronte alla proposta di Bonafede di istituire "una commissione interministeriale per valutare i danni delle sue riforme liberticide, che sono purtroppo evidenti". La Bernini definisce questa proposta "un modo tartufesco per continuare a galleggiare sui gravissimi danni provocati da una politica giudiziaria dissennata". La senatrice leghista Giulia Bongiorno, invece, ritiene Bonafede "l'unico responsabile, insieme al Pd, della norma sciagurata che blocca la prescrizione, per noi poteva entrare in vigore solo dopo la riforma penale". "Ministro, lei non è un passante se quelle norme non vanno è lei che le deve cambiare", ha aggiunto Bongiorno chiosando: "La norma acchiappa boss è una norma vuota che aggiunge solo qualche parere".

Il leader di FdI, Giorgia Meloni, ha aspramente criticato la scelta di Renzi: "Dopo che i Cinquestelle hanno mollato anche sul no alla regolarizzazione degli immigrati, consentendo la sanatoria indiscriminata per i clandestini proposta dal partito di Renzi, e dopo il lungo colloquio di ieri tra Conte e Maria Elena Boschi per trattare chissà quale altra poltrona, Renzi ha annunciato che difenderà il

ministro Bonafede votando contro la nostra mozione di sfiducia. Che sorpresa". La Meloni ha chiuso il suo commento con un post scriptum: "Renzi se continui così tra un pò avrai più poltrone che voti".

Dopo che i cinquestelle hanno mollato anche sul no alla regolarizzazione degli immigrati, consentendo la sanatoria...

Pubblicato da Giorgia Meloni su Mercoledì 20 maggio 2020

L'esito della votazione

La mozione del centrodestra è stata respinta con 160 voti contrari, 131 favorevoli e un astenuto su un totale di 297 senatori presenti, mentre quella voluta da +Europa è stata bocciata con 158 contrari, 124 favorevoli e 19 astensioni.

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