Dietro la sconfitta della Germania durante la Secondo Guerra mondiale ci sarebbe il Parkinson. Lo sostiene uno studio di Raghav Gupta del Department of Biology del College of New Jersey e di un team della University of Pittsburgh, pubblicato su World Neurosurgery. "Alcuni tratti della sua personalità, definita ’disumanà e caratterizzata da mancanza di rimorso e compassione, potrebbero essere collegati a questa patologia", afferma la ricerca.
Secondo gli studiosi la malattia avrebbe giocato un ruolo fondamentale nelle scelte di Hitler come ad esempio l’attacco prematuro della Russia nel 1941, la mancata difesa della Normandia nel 1944 e il mantenimento delle forze a Stalingrado nel 1942. "La personalità disumana di Hitler, segnata da una vera e propria mancanza di compassione e di rimorso, può anche essere ascritta al suo stato di salute -spiegano gli autori- forzandolo spesso ad agire in modi che oggi caratterizzeremmo come brutali.
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