Coronavirus

Il rischio di contagi secondari che potrebbe arrivare dopo il picco

Il virus potrebbe rientrare in Italia dai Paesi vicini, che saranno alle prese con l'emergenza, portato dai camionisti

Il rischio di contagi secondari che potrebbe arrivare dopo il picco

L'Italia è in piena emergenza coronavirus. Ma quando il picco di contagi sarà superato e la curva inizierà a scendere, si porrà il problema dei possibili contagi "secondari". Il virus, cioè, potrebbe rientrare nel nostro Paese da quelli vicini, ancora interessati dalla pandemia.

Al momento, gli Stati confinanti con la Penisola hanno chiuso le frontiere e l'Europa è blindata, tra restrizioni e chiusure dei confini tra un Paese e un altro. Così, il coronavirus sta facendo vacillare anche i trattati di Schengen, che stabilivano il libero scambio di persone. Nessuna chiusura per le merci, però, perché i sistemi produttuvi europei si basano anche sul commercio con l'estero.

Alle frontiere, però, sono aumentati i controlli di chi entra e chi esce. Una scelta che potrebbe interessare anche l'Italia, nel momento in cui i contagi diminuiranno nel nostro territorio. In questo modo, si potrebbero evitare i possibili contagi "secondari", che potrebbero derivare dagli arrivi dagli altri Paesi. Si tratta della possibile diffusione che causerebbero persone provenienti dall'estero all'ingresso in Italia e durante il periodo di viaggio nella Penisola. E i camionisti potrebbero essere i primi a cui si applicherà la stretta.

Secondo quanto riporta La Stampa, starebbe nascendo una task force interministeriale dedicata proprio alle frontiere, che servirà da "scudo" contro una possibile nuova ondata di contagi dall'estero. Sul territorio sono già presenti i medici specializzati dell'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera che, in questi giorni supervisionano all'arrivo delle navi da crociera, degli aereoporti o degli sbarchi dei migranti. Ma non sono presenti ai valichi terrestri.

Quando la curva calerà in Italia, i medici specializzati potrebbero spostarsi alle frontiere via terra, dove affiancheranno le forze di polizia e, nel caso servisse, potrebbero esserci anche le forze armate. Potrebbero dover vigilare sulle entrate nel nostro Paese, in particolare sui camionisti, che potrebbero essere inconsapevoli portatori del virus.

Misure che potrebbero essere messe in atto una volta terminata l'emergenza causata dal Covid-19 che, in queste settimane, sta colpendo l'Italia più di altri Paesi europei.

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