Roma, visitatori "maleducati" devastano il parco dei tulipani

Visitatori devastano il primo parco romano di tulipani. Lo sfogo dei titolari dell'azienda: "Sono dei maleducati"

Roma, visitatori "maleducati" devastano il parco dei tulipani

Roma non è Amsterdam. Così l’incantesimo dei tulipani fioriti è stato spezzato da un’orda di incivili che, in nemmeno 48 ore, ha distrutto più di 7mila fiori. Praticamente un bollettino di guerra. Il “TuliPark” di via della Giustiniana 260, il primo parco romano di fiori da cogliere fa-da-te e pagare alla cassa, è stato letteralmente assaltato e devastato dai primi clienti. Elettrizzati all’idea di comporre il proprio bouquet, ma soprattutto al pensiero di potersi accaparrare anche i bulbi.

“Questo è quello che succede quando la gente è maleducata”, scrivono i titolari dell’azienda su Facebook, a corredo dello scatto che denuncia la razzia subita. “Alcuni visitatori – spiegano – per accaparrarsi il tulipano con il bulbo (che dopo la morte del fiore può essere conservato e ripiantato per gli anni a venire), hanno buttato i fiori che venivano fuori senza bulbo. Spesso venivano nuovamente trapiantati già recisi. Il fiore una volta tirato su senza radici muore dopo alcune ore se non viene messo in acqua”.

Pensare che il giardino aveva aperto i battenti appena venerdì scorso e c’erano voluti nove mesi di lavoro per allestire il piccolo paradiso floreale che si estende per 15mila metri quadri e dove si respira il profumo delle campagne olandesi. Alla fine del pienone registrato in occasione delle festività pasquali, a terra è rimasto un tappeto di fiori recisi. E la conta dei danni è inesorabile: su circa 300mila tulipani, più del 2% cento è andato distrutto. D’ora in poi, avvisano dall’azienda, “sarà severamente vietato portare i bulbi dei tulipani a casa”.

Mentre, per le prossime ore, servono rinforzi: “Avremmo bisogno di alcune persone per vigilare il parco, per evitare che qualcuno possa buttare i tulipani raccolti senza motivo, che spieghino come tirarli rispettando alcune regole e di non calpestare i fiori e di non lasciarli abbandonati una volta raccolti”.

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