Cronache

Al Salò di Torino gara a chi è più fascista

Al Salò di Torino gara a chi è più fascista

I n Italia siamo fermi alle dispute su fascismo e antifascismo. Non è il ritratto di una nazione ma il suo epitaffio. Offrire la disgustosa parodia delle tragedie del Novecento è il nostro massimo contributo alla cultura mondiale. I nostri genitori e i nostri nonni hanno pagato a carissimo prezzo le divisioni ideologiche. Essere antifascisti sotto il Duce comportava rischi. Essere antifascisti oggi non ne comporta nessuno. Pochi (...)

(...) giorni fa si è aperta una polemica sulla presenza al Salone del libro di Torino di un libro-intervista con Matteo Salvini firmato dalla nostra Chiara Giannini. Visto che il volume, ancora in tipografia, era inattaccabile, il mirino si è spostato sulla casa editrice Altaforte, colpevole di essere «vicina» a CasaPound. Evitiamo di riassumere le dichiarazioni, i distinguo, le orazioni degli scrittori in lotta contro lo stand (dieci metri quadrati su sessantamila) «dei fascisti». Ci limitiamo a notare che la passione antifascista non arriva al punto di rinunciare a vendere i propri libri al Salone. Il rischio, in questi casi, è che sia tutto finto e che sia tutta pubblicità. Deve averlo pensato anche Francesco Polacchi, l'editore di Altaforte. Esaltato dall'improvvisa pubblicità, ha pensato male di fornire armi ai censori, lasciandosi andare a dichiarazioni da banchetto di Predappio: io sono fascista, il Duce è stato il massimo statista italiano, l'antifascismo è il vero male di questo Paese. L'ultimo atto (per ora) è stato scritto ieri da Sergio Chiamparino e Chiara Appendino. Il governatore del Piemonte e il sindaco di Torino hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica «affinché i magistrati possano valutare se sussistano i presupposti per rilevare il reato di apologia di fascismo» nelle parole di Polacchi. A questo punto, escludere Altaforte dal Salone non è un reato, anche se i titoli pubblicati dall'editore non sembrano in aria di apologia. Simbolicamente, il ricorso ai giudici testimonia la crisi della sinistra, incapace di articolare un'idea originale davanti al mutare del mondo: gli squilibri della globalizzazione, lo spappolamento della classe media, lo spaesamento da immigrazione incontrollata, il traffico di schiavi nel Mediterraneo. Contributo della sinistra: zero assoluto al di là della retorica. La destra invece ha qualche idea in merito. A proposito: la destra è un mondo più ampio di CasaPound. In questi giorni in troppi hanno cercato di far passare il concetto che tutto ciò che non è progressista sia razzista, fascista, xenofobo. Eloquente è il famigerato post di Christian Raimo che accusava di «razzismo esplicito» giornalisti ed editori che non hanno nulla a che vedere con il razzismo. Rimane da chiedersi: le opinioni di Polacchi sono un reale pericolo per la democrazia al punto da dover ricorrere ai tribunali? Giudicate voi. Il prossimo passo, dopo la condanna, è inviare Polacchi al confino a Ventotene.

Come farebbe un regime fascista.

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