Il saluto romano è antiestetico Ma non è un pericolo per il Paese

In apparenza è un gesto virile, petto in fuori e mento in alto. In realtà il saluto romano sembra piuttosto un'antiestetica esibizione dell'ascella, luogo di per sé intimo e segreto, che lascia immaginare improvvise vampate d'olezzo. In più richiama virilità pronte a snudare la spada, o il gladio, o a dar di ceffone. Fosse anche soltanto per questo, dovrebbe essere proibito dal buon gusto e dal senso del ridicolo, piuttosto che dalla legge. Poiché l'estetica non è tenuta in gran (...)(...) conto, però, la sentenza della Corte costituzionale provocherà seriose discussioni su un possibile pericoloso ritorno a simbologie, e nostalgie, fasciste; o se, piuttosto, la fine del divieto potrà provocare una disaffezione in chi provava gusto a varcare la soglia del proibito. Né gli uni né gli altri possono essere un grande pericolo per la democrazia, se sono così facilmente influenzabili dalle leggi, emanazione dell'ordine costituito. Sono ragazzi - anche con i capelli bianchi - che giocano a fare o a non fare i fascisti, pronti a ritrarsi se qualcuno li bacchetta sulle mani levate, o a non giocare più se non c'è da andare contro le regole.Per me, sono pronto a scommettere che quel gesto non riprenderà piede, o braccio. Semplicemente perché fa tanto vecchio. Più che politico, vecchio. Anche i gesti e le positure del corpo cambiano, con il trascorrere dei decenni, come le pettinature e gli abiti. Il gesto che esprime la forza e il pensiero, oggi, è il molle movimento della mano intorno al mouse.

Un signore con il braccio alzato, più che un pericoloso squadrista, farebbe venire in mente un uomo fuori tempo con brillantina e Borsalino. Produrrebbe lo stesso effetto di stantio e polvere di chi ancora dice marziano invece di alieno, giradischi invece di stereo. Tirare la catena invece di schiacciare lo sciacquone.Giordano Bruno Guerri@GBGuerri

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