Il marito l'avrebbe uccisa comunque, niente risarcimento. È questo in sintesi l'esito di una sentenza della Corte d'Appello che dà un nuovo dolore ai figli di Marianna Manduca, uccisa dal marito. I tre ragazzi, tutti minorenni, nella sentenza di primo grado avevano ottenuto un risarcimento da parte dello Stato. Una risarcimento perché non era stato fatto il possibile dagli inquirenti e dalle istituzioni per evitare la morte di questa donna. Marianna, come ricostruisce ilCorriere, più volte ha chiesto aiuto con diverse denunce contro il marito, Saverio Nolfo. Ma nulla da fare. È andata incontro al suo destino morendo con tre coltellate scagliate dalla mano del marito, poi condannato a 21 anni di carcere. Ma nella sentenza della Corte d'Appello emergono alcuni dettagli che spiegano quel "no" al risarcimento che riapre le ferite del passato per i familiari della donna: "A nulla sarebbe valso sequestrargli il coltello con cui l’ha uccisa dato il radicamento del proposito criminoso e la facile reperibilità di un’arma simile", si legge tra le carte.
La Corte ritiene che "’epilogo mortale della vicenda sarebbe rimasto immutato". Nella sentenza viene fuori tutta l'impotenza della magistratura nel potre preservare la vita di Marianna. Da qui il "taglio" al risarcimento che ha il sapore di una clamorosa beffa. Una beffa questa non digerita dai familiari. Il cugino di Marianna non accetta il verdetto: "Se la Cassazione non rivedrà il giudizio per i miei figli sarà la rinuncia al futuro che avevano sperato, per esempio all’università".
Con la famiglia si schiera l'azzura Mara Carfagna: "La Corte d’Appello dice agli orfani e a tutti noi che quel femminicidio non poteva essere evitato, denunciare i violenti è vano". La resa dello Stato davanti alla furia assassina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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