Cronache

Gli "sbarchi fantasma" sempre più in aumento ad Agrigento

Gli "sbarchi fantasma" sempre più in aumento ad Agrigento

Vengono chiamati ‘sbarchi fantasma’ perché, di fatto, nessuno avvista le imbarcazioni prima dell’approdo sulle spiagge e, quasi sempre, nessuno risale né al numero di migranti approdati sulle coste e né tanto meno alla loro identità; ci si accorge dello sbarco soltanto quando, per caso o durante alcuni controlli, si notano vecchie imbarcazioni abbandonate sugli arenili senza persone a bordo e con poche tracce utili per capire dinamiche e modalità dell’arrivo di migranti.

Non si tratta quindi degli approdi a cui si è abituati oramai ad assistere, effettuati tramite l’azione delle navi presenti sul mediterraneo molto prima delle coste o, come accade da qualche anno, già all’interno delle acque libiche; sono sbarchi che avvengono con piccole imbarcazioni le quali riescono ad approdare di fatto indisturbate direttamente sulle coste siciliane: gli sbarchi fantasma sembrano, in questa calda estate 2017, appartenere ad un fenomeno in costante crescita specie presso le coste della provincia di Agrigento dove, nell’ultimo mese, si contano sei episodi del genere con imbarcazioni ritrovate in piena notte o durante le prime ore del mattino arenate presso alcuni dei lidi che caratterizzano i tanti chilometri di arenile che dalla città dei templi si diramano verso Sciacca.

Gli ultimi due sbarchi fantasma sono delle scorse ore: il primo si è verificato quando ancora vi era la luce del sole, tanto da attirare l’attenzione di un cittadino in quel momento poco a largo dalla costa con la sua barca il quale ha filmato l’approdo di almeno dodici migranti presso la località ‘La Madonnina’, tratto di spiaggia poco distante dal Lido Rossello in territorio del comune di Realmonte; l’altro invece si è avuto in piena notte e soltanto alle prime luci dell’alba alcuni bagnanti della spiaggia di Torre Salsa, vicino l’omonima riserva del WWF posta tra i comuni di Siculiana e Montallegro, hanno notato un’altra ‘carretta del mare’ alla deriva e senza nessuno a bordo. In entrambi i casi, non si ha notizia dei migranti: le forze dell’ordine hanno da subito iniziato a setacciare i sentieri e le campagne dell’agrigentino che si affacciano sul mare, ma non è stato contattato o fermato al momento alcun soggetto.

Due sono gli elementi che hanno in comune i diversi sbarchi fantasma al momento accertati in provincia di Agrigento dall’inizio dell’estate: in primo luogo, gli approdi avvengono in località isolate della costa ed in spiagge raggiungibili da sentieri o strade strette e quasi mai invece in prossimità di frazioni balneari molto frequentate specie in questo periodo dell’anno; in secondo luogo, la nazionalità di chi è stato fermato dopo uno sbarco fantasma è in gran parte dei casi tunisina o comunque del Maghreb. Per quanto riguarda il primo elemento, il fatto che gli sbarchi avvengano in spiagge isolate o più difficili da raggiungere, potrebbe non essere un caso: è possibile che, qui guida l’imbarcazione, non sia uno sventurato alle prime armi e conosca molto bene i luoghi e sappia come raggiungerli evitando di approdare in frazioni dove è più possibile essere intercettati sia da semplici cittadini che dalle forze dell’ordine; per quanto riguarda invece l’elemento inerente la nazionalità magrebina comune a quei pochi che è stato possibile individuare da giugno ad oggi, si potrebbe ben ipotizzare il fatto che dietro ai recenti sbarchi fantasma potrebbe esserci l’apertura di un nuovo fronte migratorio che riguarda la Tunisia ed i cittadini tunisini e dunque nulla a che vedere con la recente emergenza proveniente dalle coste libiche, lì dove invece i migranti arrivano in gran parte dal Sahel e dove in questi mesi si è concentrata l’attenzione mediatica per via delle note vicende inerenti la Libia e le navi delle ONG.

La costa agrigentina non è certo nuova ad episodi che riguardano sbarchi e salvataggi in mare, pur tuttavia la loro frequenza da giugno ad oggi appare di gran lunga in aumento: tutto è iniziato lo scorso 14 giugno quando, presso la spiaggia compresa tra le contrade Drasi e Zingarello all’interno del comune di Agrigento, sono state individuate due imbarcazioni arenate sulla riva senza nessuno a bordo; stesso scenario pochi giorni dopo, quando però in questo caso in cinque sono stati intercettati lungo i sentieri vicino il mare delle contrade sopra citate ed è stato possibile accertare la loro nazionalità tunisina, la stessa dei quattro fermati il 10 luglio a Montallegro mentre si trovavano nelle vicinanze del centro abitato del paese dopo essere sbarcati nella vicina spiaggia di Torre Salsa, assieme ad un imprecisato numero di migranti che però non sono stati mai intercettati.

Le rotte che partono dalla Tunisia hanno come principale approdo le coste trapanesi od agrigentine, essendo in certi casi il territorio tunisino ad appena 150 km dalla Sicilia e ben più a nord di Lampedusa, sponda invece preferita a livello logistico dai trafficanti che fanno partire le imbarcazioni dalla Libia; i sei casi accertati sembrano suonare come un campanello d’allarme, sono infatti diverse le barche sfuggite a qualsiasi controllo sul Canale di Sicilia ed arrivate direttamente sulla costa.

Dei migranti a bordo rimangono poche tracce e, una volta guadagnata la campagna, di loro non si saprà più nulla: volti, storie, nomi ed identità svaniscono nell’entroterra agrigentino quasi come, per l’appunto, dei veri e propri fantasmi.

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