Scoperta officina abusiva: tra i lavoratori in nero pure un bimbo di 11 anni
10 Gennaio 2020 - 16:54All'interno dell'attività vi erano 5 dipendenti in nero e due minorenni, di 11 e 17 anni, tutti lavoravano in un ambiente privo del rispetto delle norme sulla sicurezza, scattata una denuncia per sfruttamento del lavoro minorile per il padre dell'undicenne
Gestivano un’officina totalmente abusiva, con dei lavoratori in nero, sfruttando anche il lavoro prestato da due minorenni. Diverse le denunce e le sanzioni applicate dai poliziotti nel corso di un controllo straordinario del territorio, diretto a reprimere ogni forma di criminalità. Nello specifico, i controlli sono stati eseguiti a Librino, quartiere di Catania noto per l’alta propensione alla commissione di reati di diverso genere. È stato qui che gli agenti si sono soffermati ad approfondire una serie di accertamenti dentro l’officina, risultata abusiva e ubicata dentro un immobile sottoposto a procedura esecutiva e al momento all’asta.
L’attività era gestita da due individui che realizzavano un grande volume d’affari: erano presenti oltre 10 autocarri in riparazione e numerosi clienti. Oltre all’entità dei lavori che venivano svolti dentro i locali, la cosa che i poliziotti hanno subito notato è stata la presenza di due minorenni, di 11 e 17 anni, unti di grasso per via degli oli lubrificanti e con abiti tipici di chi fa il lavoro di meccanico. I due ragazzini sostanzialmente lavoravano dentro l’officina e uno di loro addirittura, a bordo di un ciclomotore, sfornito di patente, andava a svolgere in giro riparazioni auto per conto della stessa azienda. Lo stesso mezzo inoltre era privo di revisione e copertura assicurativa. Il 17enne non avrebbe nemmeno completato il corso di studi obbligatori.
L’11enne, quest’anno in prima media, ha superato di gran lunga i venti giorni di assenza da scuola. La cosa ancora più grave accertata dai poliziotti è stata quella di vedere il padre dell’11enne lavorare (in nero) dentro l’officina acconsentendo a che il figlio svolgesse lo stesso lavoro tralasciando gli studi. Per l’uomo ne è scaturita una denuncia per il reato di sfruttamento del lavoro minorile. I titolari, per portare avanti l’attività, si avvalevano della manodopera ci 5 dipendenti in nero.
Dentro i locali, inoltre, erano assenti tutte le condizioni necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori. L’officina si presentava in pessime condizioni anche dal punto di vista della salubrità dell’ambiente. I titolari vi gestivano infatti illegalmente i rifiuti speciali. Per i gestori, indagati in stato di libertà, sono scattate quindi le denunce per i reati di sfruttamento del lavoro minorile, con l’aggravante di averli fatti lavorare in luoghi non sicuri e insalubri, circostanza comunicata all’Asp e anche per gestione illegale di rifiuti speciali. Tutto il materiale pericoloso è stato sottoposto a sequestro penale.
I due, dovranno pagare anche una multa di 5000 euro per la mancanza delle autorizzazioni amministrative e per aver affidato al minore il ciclomotore, anch’esso sequestrato. Tutta l’attività è stata sottoposta a sequestro. Ma, in barba al provvedimento, nei giorni successivi, gli agenti hanno accertato che l’officina era regolarmente aperta. La polizia questa volta ha sottoposto a sequestro penale l’intero immobile con l’apposizione dei sigilli e i titolari sono stati indagati nuovamente.
Non si esclude l’applicazione di misure più gravi nei loro confronti.
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