Sea Watch, la scelta della capitana: domiciliari al centro migranti

Al momento dell'arresto Carola Rackete ha indicato il centro di accoglienza di Lampedusa come residenza per i domiciliari

Sea Watch, la scelta della capitana: domiciliari al centro migranti

Quando Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3, è stata arrestata, ha indicato il centro di prima accoglienza di Lampedusa come luogo dove essere messa agli arresti domiciliari. E lì l'hanno portata in attesa dell'udienza per direttissima che si terrà la prossima settimana nel tribunale di Agrigento. Intanto la Guardia di Finanza ha già multato la comandante, l'armatore e il proprietario dell'imbarcazione con 16mila euro di sanzione ciascuno.

Sulla Rackete pendono accuse gravissime. Questa notte è stata, infatti, arrestata per resistenza o violenza contro nave da guerra. Un reato che prevede una pena dai tre ai dieci anni di reclusione. Per entrare nel porto di Lampedusa e far scendere i 43 immigrati a terra dopo diciassette giorni in mare, ha deciso di forzare il divieto imposto dallo Stato italiano e attraccare sull'isola. Lo ha fatto con la forza, arrivando addirittura a speronato una motovedetta della Guardia di Finanza che stava cercando di sbarrarle il passo (guarda il video). Non appena ha messo piede sul suolo italiano è stata arrestata in flagranza di reato tra gli applausi e gli insulti della folla che assisteva allo sbarco. I quaranta immigrati clandestini sono stati presi in carico dai soccorritori con la promessa di una partenza rapida alla volta dei cinque Paesi europei che si sono offerti di accoglierli (Francia, Germania, Portogallo, Finlandia e Lussemburgo), mentre la capitana, sulla quale pende anche un'indagine della procura per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, è stata trattenuta in caserma dalle tre di notte alle nove di mattina, quando è stata mandata ai domiciliari nel centro di accoglienza dell'isola dove aspetterà ll'interrogatorio da parte del gip di Agrigento previsto per lunedì mattina o, al più tardi, martedì.

In queste ore gli inquirenti stanno lavorando per accertare i fatti accaduti la scorsa notte durante le procedure di attracco, quando la motovedetta della Guardia di finanza si è accostata al molo mentre la nave della ong continuava ad avvicinarsi all'unità militare. Intanto, la Procura ha convalidato la richiesta di sequestro della Sea Watch formulata dalle stesse Fiamme Gialle. Non solo. Sulla base al decreto Sicurezza bis, è già stata elevata una sanzione amministrativa di 16mila euro ciascuno alla Rackete, all'armatore e al proprietario della nave che batte bandiera olandese. La sanzione prevista andava da un minimo di 10 mila euro a un massimo di 50 mila.

I tre hanno trenta giorni a disposizione per presentare un ricorso al prefetto di Agrigento Dario Caputo oppure pagare la sanzione. Se non dovessero intraprendere nessuna delle due iniziative, lo stesso prefetto potrà raddoppiare o aumentare la sanzione fino a 50 mila euro.

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