Cronache

Sicilia, l'allarme della commissione ecomafie: "Inquinamento diffuso"

Audizioni e sopralluoghi nelle province di Enna, Caltanissetta e Ragusa hanno fatto emergere un quadro definito da tre parlamentari "impietoso"

Sicilia, l'allarme della commissione ecomafie: "Inquinamento diffuso"

Un soprallugo per rendersi conto dell'inquinamento in Sicilia, in particolare nelle province di Ragusa, Caltanissetta ed Enna. È quanto deciso dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Sul posto, insieme alla commissione, i senatori Fabrizio Trentacoste, Pietro Lorefice e la deputata Caterina Licatini, tutti del Movimento Cinque Stelle e siciliani. I tre parlamentari hanno lanciato l'allarme: "c'è inquinamento diffuso, acque reflue non depurate correttamente e interi agglomerati urbani non serviti dai depuratori".

La commissione parlamentare ha svolto sopralluoghi e audizioni sulla depurazione delle acque reflue nella Sicilia centro-meridionale da cui è emerso un quadro "impietoso" come ha dichiarato il parlamentare siciliano Trentacoste. Nella sola provincia di Enna, il comune di Valguarnera non è servito da alcun impianto di depurazione delle acque. Non è un caso, infatti, che i cittadini di questo piccolo Comune che conta 7.437 abitanti sono esentati dal pagamento del canone relativo alla depurazione delle acque. Anche nella zona di Enna Bassa mancano alcune opere di collettamento o, ancora, a Nicosia, l'impianto (che si trova nella contrada "Mamma figlia") non funziona.

"In altri comuni, invece, si ha il sottodimensionamento degli impianti" ha continuato Trentacoste in una nota inviata agli organi di stampa. A destare, poi, particolare preoccupazione è stato il torrente Torcicoda (sarebbe il fiume di Enna) che si trova a valle di un impianto di depurazione. "Abbiamo scoperto che la responsabilità delle acque torbide e maleodoranti del torrente va attribuita ad altri scarichi illegali o non ancora intercettati. In questo scenario, ci ha stupiti la dichiarazione del sindaco Dipietro che ha affermato di non aver mai ricevuto notizia di criticità ambientali relative alle acque e di non avere, comunque, alcuna responsabilità in materia. Proprio a lui, che da sindaco è anche la massima autorità sanitaria del comune, chiediamo che si attivi immediatamente per ulteriori approfondimenti e per la risoluzione di questo problema" dichiara il senatore.

Informata, invece, dell'inquinamento delle acque è invece 'AcquaEnna', la società per azioni che si occupa del servizio idrico integrato di Enna.
"Durante l’audizione - continua nella nota Trentacoste - AcquaEnna ha garantito di essere al corrente della situazione di ciascun Comune e delle criticità degli impianti a cui sta lavorando. Inoltre, attraverso il 'Progetto Conoscenza', è stato possibile individuare quali porzioni di abitato sono collegate ai depuratori e quali no, provvedendo così a rimborsare gli utenti che non usufruivano del servizio di depurazione.". Certo, è importante il rimborso dei pagamenti effettuati da parte di chi non usufruisce del servizio di depurazione, ma qui è in ballo anche la salute dei cittadini.

La società "AcquaEnna" gestisce diciotto depuratori e a breve gestirà anche quello del fiume siciliano Dittaino. Intanto, però, la procura della Repubblica di Enna indaga su ben trentadue depuratori presenti in tutta la zona. "Abbiamo chiesto anche chiarimenti e ulteriore documentazione sul trattamento finale dei fanghi di depurazione per cui vi è una specifica inchiesta da parte della Procura di Enna".

Come detto, però, Enna non è l'unico Comune in cui si è recata la commissione sulle ecomafie. Dei sopralluoghi e audizioni riguardanti la provincia di Caltanissetta ha parlato il senatore Pietro Lorefice. "Abbiamo chiesto a 'Caltaqua' (il gestore del servizio idrico integrato per tutta la provincia di Caltanissetta dal 2006, ndr) informazioni generali su tutti i depuratori della provincia con particolari focus su quei Comuni privi di depuratori o con gravi inefficienze funzionali, nonché approfondimenti puntuali sugli impianti di: Caltanissetta-San Cataldo, Niscemi, Butera e Gela per i depuratori di Macchitella e sui reflui urbani trattati nel biologico consortile di proprietà IRSAP collocato all'interno del petrolchimico di Gela.".

Per il depuratore di Caltanissetta pare che ci sia un miglioramento nella gestione dell'impianto, ma risultano ancora delle carenze nella rete fognaria in alcuni quartieri. Il depuratore di Butera (in provincia di Caltanissetta), da quanto riferito dai tecnici di 'Caltaqua', ancora oggi è in fase di avviamento e, attualmente, ha una qualità di depurazione bassissima, circa il 20 per cento di quella prevista per legge.

E, ancora, la situazione a Niscemi e a Delia (sempre in provincia di Caltanissetta) è altamente critica per la mancanza di depuratori attivi. Per non parlare poi di Gela dove non c'è ancora una rete fognaria e di collettamento nei quartieri balneari di Manfria, Roccazzelle, Femminamorta e Piano Marina.

"In sede di audizione abbiamo messo in evidenza le criticità legate alla parte di depurazione sia dei reflui urbani che industriali - spiega il parlamentare - e abbiamo approfondito, per la depurazione industriale dell'ex petrolchimico di Gela, la tematica legata al trattamento di bonifica delle acque di falda, puntando i fari anche su alcune criticità rinvenute nelle ultime conferenze di servizi tenutesi presso il Ministero dell'Ambiente.". La commissione ha chiesto ad Eni (in particolare a Eni Rewind, Enimed e alla raffineria di Gela) ulteriori documenti in relazione alla presenza, all'interno dello stabilimento, di vecchi pozzi petroliferi non segnalati e di tubazioni provenienti dai tre centri oli di Gela rilevati anche dall’Arpa di Siracusa.

"Abbiamo poi puntato l’attenzione sul torrente Gattano perché, come riferito anche dall’Arpa di Caltanissetta, dagli ultimi prelievi si rileva la presenza di inquinamento chimico e batteriologico dovuto ad allacci abusivi o sversamenti abusivi" ha continuato Lorefice concludendo "di questo abbiamo anche informato il sindaco di Gela, il quale ha dichiarato di non averne avuto notizia da quando si è insediato".

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